Grandi sorrisi e una stretta di mano davanti ai flash dei fotografi tra l'ad di Mediobanca, Alberto Nagel, e quello di Unicredit, Jean Pierre Mustier. «Avete visto? Ci ha fatto una grande cortesia a venire», ha detto Nagel rivolto ai cronisti. Prima che il collega francese si allontanasse in auto, senza rilasciare dichiarazioni. Si è conclusa così, ieri mattina, la riunione del direttivo del patto di sindacato di Piazzetta Cuccia. L'incontro è durato circa mezz'ora per lasciare il posto all'assemblea del «salottino» che vincola il 31,05% del capitale dell'istituto milanese e che a febbraio è tradizionalmente dedicata ai conti del primo semestre dell'esercizio. Ma quest'anno l'appuntamento cade mentre i radar del mercato restano accesi sulle eventuali mosse di Intesa sulle Generali, di cui Mediobanca è primo azionista con il 13% (quota destinata a scendere fino al 10%) e funge anche da termometro delle relazioni lungo l'asse Francia-Italia che vengono monitorate anche per altre partite non solo bancarie.
Il patto dell'istituto guidato da Nagel, inoltre, scadrà il 31 dicembre, per venir automaticamente rinnovato per altri due anni tra i soci che non ne abbiano dato disdetta almeno tre mesi prima, ovvero entro il 30 settembre, a condizione che rappresentino almeno il 25% del capitale. Al momento non c'è la sensazione che qualcuno dia disdetta, ma neppure ci sono indicazioni di nuovi ingressi. Oggi il direttivo del patto è composto da nove membri: Mustier e Maurizia Angela Comneno in rappresentanza di Unicredit, il presidente Angelo Casò, Marie Bollorè (figlia di Vincent, in quota Financiere du Perguet), Tarak Ben Ammar, Ennio Doris, Giampiero Pesenti, Gilberto Benetton e Marco Tronchetti Provera. A ottobre verrà inoltre rinnovato il consiglio di amministrazione e dunque il management.
Gli schieramenti del vecchio «salotto» sono in una fase estremamente fluida con il socio Bolloré impegnato nella battaglia su Mediaset Premium contro l'altro socio Fininvest e con l'Unicredit (che di Mediobanca possiede l'8,6%) nel bel mezzo di un maxi aumento di capitale destinato a cambiare radicalmente la geografia del suo azionariato. Mentre il timoniere Mustier sta dimostrando un'autonomia mai vista prima nei rapporti con Piazzetta Cuccia. Per questo anche le strette di mano, nel contesto attuale, assumono una rilevanza da evidenziare. Così come è stata rimarcata ieri la visita di Mustier che siede comunque nel direttivo del patto di sindacato come faceva già il suo predecessore Federico Ghizzoni.
«Non si è parlato di Generali», ha assicurato ieri, Carlo Pesenti consigliere delegato di Italmobiliare, all'uscita della riunione.
Mercoledì, intanto, l'amministratore delegato del Leone di Trieste, Philippe Donnet, ha incontrato a Palazzo Chigi il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Solo una visita di cortesia, assicurano dalla compagnia. Altri sorrisi e strette di mano, insomma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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