Mercati che fare

Ci risiamo. Nei giorni scorsi sono arrivati i dati definitivi della raccolta del risparmio gestito in Italia. Nulla da eccepire sui numeri: è stato un anno straordinario con 141,7 miliardi di euro di flussi positivi, che ha superato anche il record del 2014 chiusosi con 133 miliardi di raccolta. A questo punto il saldo patrimoniale sale a 1835 miliardi, il massimo storico. Tuttavia, qualche dubbio su come questa raccolta sia stata alimentata è lecito porselo. 84,3 miliardi sono stati accantonati nei primi cinque mesi dell'anno, in pratica il 65% dell'intero anno, con la punta straordinaria di marzo chiuso con un saldo positivo di quasi 23 miliardi. Cosa è accaduto nella parte iniziale del 2014? Semplice, in quel periodo i mercati correvano, fino ai massimi di aprile. Una coincidenza? Non credo. I mercati crescevano e crescevano anche le raccolte e lo facevano con timing leggermente sfalsato. Sarà un caso? Un'altra coincidenza? Che i peggiori mesi di raccolta del 2015 siano coincisi o siano stati immediatamente successivi ai cali registrati nella seconda parte dell'anno? Anche la leggera ripresa di dicembre arriva dopo che nei mesi precedenti i mercati sembravano aver ritrovato una buona intonazione dopo le difficoltà legate a Cina e Grecia. La domanda nasce spontanea: quali saranno i numeri di raccolta del primo trimestre 2016 dopo il bagno di sangue sui mercati dei primi quaranta giorni dell'anno? Sono disposto ad accettare scommesse.

Fa tristezza, però, verificare come non ci siano strategie dietro l'uso degli strumenti finanziari, anche quelli legati al risparmio gestito e che l'idea di vera pianificazione finanziaria per le famiglie italiane sia ancora lontana dall'essere realizzata. Di questo si parlerà nella trasmissione Mercati che Fare, in onda domenica alle 22.00 su TgCom24.Leopoldo.gasbarro@me.com

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