Correntisti di tutt'Italia fate attenzione, aprite gli occhi e guardatevi attorno: è il momento di comprendere davvero se la banca che abbiamo scelto è quella giusta o se è il caso di cambiarla. Non è il bail-in che impone di scegliere banche sempre più solide, ma la qualità dei loro servizi, una qualità che non si associa a una ricerca spasmodica di modalità astruse di fare cassa, perché, le banche più solide, di fare cassa non hanno bisogno. A cosa sono servite le polemiche fatte soprattutto dagli istituti di credito in questi mesi contro la direttiva europea? La famigerata legge sul Bail-In? Ce lo chiediamo perché, normativa o meno, sono le stesse banche (non tutte per la verità) a fare in modo che a pagare siano sempre e comunque i depositanti. La notizia riportata in prima pagina da questo giornale, pochi giorni fa, ne è la limpida dimostrazione. Un anno fa le banche versarono i soldi nel Fondo di Risoluzione per evitare che il fallimento di CariChieti, CariFerrarra, Etruria e Banca Marche sfociasse nel primo bail-in della storia italiana. L'iniziativa fu lodevole: vennero risparmiati i correntisti delle quattro banche e i contribuenti che non dovettero tirar fuori un euro.
Tutto molto bello, se non fosse che ora alcune banche, in evidente difficoltà di bilancio, quei soldi li rivogliono indietro e li chiedono nella maniera peggiore: aumentando i costi dei conti correnti. Del resto, lo avevamo già scritto, da inizio anno i costi delle operazioni sui conti correnti erano già saliti molto: un'indagine Bocconi parla di circa il 6%, un'enormità visto che l'inflazione è quasi a zero.
Cosa accadrà nell'ultimo trimestre, quando le banche dovranno fare i bilanci e quindi far quadrare i conti per non incappare negli strali Bce? Staremo a vedere. Di questo si parlerà nella trasmissione Mercati che Fare in onda sabato alle 20.30 su TgCom24.leopoldo.gasbarro@me.com
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.