Economia

Il mercato crede in Tim. E Open Fiber si difende: "Nessun ritardo su rete"

"Nelle aree bianche pronti entro il 2022". Ma ora aumenta la quota da realizzare in Fwa

Il mercato crede in Tim. E Open Fiber si difende: "Nessun ritardo su rete"

Le prospettive per la realizzazione della rete unica e il via libera di Fibercop dalla Ue mettono le ali a Telecom in Borsa che, in una settimana, ha guadagnato il 9,4%, anche se rispetto allo scorso anno il ribasso è del 31%. Dato, questo, che ha recentemente scatenato il disappunto dei francesi di Vivendi che hanno il 24% della società (prezzo di carico 0,86 euro ad azione, ieri 0,40).

Nemmeno il contenzioso tra Infratel e Open Fiber sullo stato di avanzamento dei lavori nelle aree bianche, (finanziati dallo Stato) ha scoraggiato il mercato: Telecom è salita ieri dell'1,6%. La querelle potrebbe vincere gli ultimi dubbi sulla rete unica. La società guidata da Elisabetta Ripa, come già rilevato tempo fa dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, che molto spinge per la rete unica, sarebbe in ritardo sulla realizzazione degli interventi in aree bianche. Ora anche Infratel (dunque un altro pezzo dello Stato), che aveva assegnato i bandi di gara, è scesa in campo minacciando Open Fiber di non scucire più un euro finchè non si sarà messa a pari con la tabella di marcia.

La società si è era a suo tempo difesa scaricando le colpe sui ricorsi che Tim e Fastweb avevano fatto sui bandi di gara vinti. Ieri, in un comunicato, ha allargato le responsabilità anche a Italtel, a suo dire lenta nelle progettazione perchè in amministrazione controllata (e oltretutto anche advisor di Tim per la rete unica). «Questo, insieme ai ricavi che Italtel deriva da commesse Tim, è un elemento di preoccupazione - scrive Open Fiber - considerata la situazione di conflitto di interesse». Accuse che Italtel, interpellata dal Giornale, ha respinto affermando che «da sempre opera con diversi operatori». Sull'avanzamento dei lavori OF dichiara di essere «in linea con il piano di realizzazione della rete in fibra ottica formalmente condiviso con Infratel e ciò nonostante il perdurare dell'emergenza sanitaria» e di «essere pronta a completare il 92% delle unità immobiliari del piano per la banda ultralarga in 16 Regioni su 20 entro il 2022».

Open Fiber dice di aver portato la banda ultralarga in 1.400 comuni dei 7mila previsti. I comuni che dovevano essere pronti per la banda ultralarga dovrebbero essere 3mila nelle aree bianche. Parte della copertura a banda ultralarga è stata autorizzata, nel bando di gara, con tecnologia Fwa, ossia wireless, molto meno costosa rispetto al cablaggio. Nei piani iniziali 8 milioni di unità immobiliari dovevano essere in Ftth e 1,6 milioni in Fwa.

Secondo il concorrente Eolo, che ha presentato un esposto alla Ue, Open Fiber ne farebbe 6,2 milioni in Ftth e 2,2 milioni in Fwa. Troppo insomma dato che Eolo ha una rete Fwa, già estesa, che può essere usata dal altri operatori evitando duplicazioni. Inoltre i 9.6 milioni di unità immobiliari del progetto originario della gara Infratel sono scese a 8,4 milioni, perché in alcune zone ci sarebbe già l'Fttc di Tim. Insomma un pasticcio di reti sovrapposte, con investimenti relativi, che costano non poco al sistema Italia.

OF ha comunque tenuto a puntualizzare, nel suo comunicato di ieri, che «sui circa 2,8 miliardi del piano per la banda ultralarga, circa 1,6 miliardi sono a carico dello Stato, mentre 1,2 miliardi sono suo carico».

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