Il mercato «dribbla» il dieselgate

A settembre immatricolazioni ancora in crescita (+17%). In Italia 650mila vetture del gruppo tedesco «truccate»

Le vendite di auto in Italia passano indenni il primo esame con il mercato all'indomani della bufera che si è abbattuta sul Gruppo Volkswagen. In settembre, le immatricolazioni sono cresciute del 17,2% (+15,3% da gennaio) con il gruppo tedesco a segnare, nel suo complesso, un +6% (-1,4% per il marchio Volkswagen, ma +18,35% Audi, +5,26% Seat e +22% Skoda). Meglio del mercato il dato di Fca: +20,3%. «Nessun impatto a caldo dal “dieselgate” - commenta Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor) - anche se non si può escludere che qualche modesta conseguenza possa esservi. Non vi sono comunque ragioni per ritenere che, nell'ultimo trimestre, il mercato italiano possa rallentare nel recupero a due cifre iniziato nel 2015». Resta così la stima di 1 milione 568mila unità. «Chi compra un'auto - sottolinea l'esperto - non prende certo in considerazione i livelli di inquinamento (a meno che non vi siano pesanti incentivi), ma guarda alle caratteristiche della vettura che può direttamente apprezzare: comfort, linea, consumi e presenza di dispositivi di sicurezza». Anche Filippo Pavan Bernacchi (Federauto) la pensa così: «Molti temevano che l' affaire Volkswagen avrebbe rallentato, se non azzerato, la salita del mercato. Per fortuna per ora, non è così. Le forti promozioni, la pubblicità e lo sforzo dei concessionari alimentano il trend di crescita a due cifre». E mentre Unrae (Case estere) non fa alcun accenno al «dieselgate» (il presidente Massimo Nordio - il quale è ad di Vw Group Italia - si limita a parlare genericamente di «segnali incoraggianti, capaci finalmente di alimentare una spirale positiva di propensione alla sostituzione dell'auto»), diverso è l'atteggiamento di Anfia (filiera italiana): «Dall'1 settembre scorso - ricorda il presidente Roberto Vavassori - è obbligatorio mettere in commercio auto nuove solo Euro 6 che, sia per i modelli diesel sia per quelli a benzina, non sono assolutamente toccate dal problema del software Vw. Qualunque allarmismo sui veicoli di nuova produzione rischia di minare la competitività del settore europeo». Da Volkswagen Group Italia si apprende intanto che sono 648.458 i modelli con motori diesel EU5 EA 189 coinvolti nel caso software : 361.432 quelli montati su Volkswagen, 197.421 su Audi, 35.348 su Seat, 38.966 su modelli Skoda e 15.291 sui veicoli commerciali Vw. Entro il mese i clienti interessati saranno informati sulle procedure di messa a punto.

È di ieri la notizia che l'ente Usa che ha smascherato la truffa dei tedschi, ha acceso un faro sulle auto ibride e ibride plug-in (ricarica da una presa): consumi ed emissioni reali, fa sapere l'Icct, sono molto più elevati di quelli omologati.

La colpa, però, precisa l'Icct, è del ciclo di omologazione New European Driving Cycle , utilizzato per le vetture vendute in Europa, aggiornato nel 1997 e non più in grado di fornire risultati veritieri. L'attendibilità delle procedure potrebbe aumentare dal 2017, quando entrerà in vigore il nuovo ciclo di omologazione.

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