
«L'amministratore delegato deve concentrarsi sulla gestione dell'organizzazione e non sulla partecipazione teorica a qualcosa che è già molto caotico; non c'è bisogno che un altro attore contribuisca a creare ulteriore confusione nel mercato». Carlo Messina, da poco riconfermato per il suo quinto mandato al timone di Intesa Sanpaolo, ieri ha lanciato un messaggio chiaro durante la conferenza telefonica con gli analisti sui conti del trimestre. Rispondendo a una domanda sulla possibilità per la banca di acquisire quote di minoranza, il banchiere ha parlato di una grande confusione sul mercato e «nessuno ha bisogno di un ulteriore player che entri e ne crei altra» quindi «questo conferma la mia opinione, che è molto molto meglio rimanere focalizzati su portare risultati per gli azionisti». Quindi la banca «sta realizzando importanti sinergie senza bisogno di fare acquisizioni ed evitando i rischi collegati».
Alla «confusione» del risiko, insomma, Intesa Sanpaolo risponde con i risultati: un utile netto del primo trimestre oltre le attese a 2,6 miliardi (+13,6%) che salirà oltre 9 miliardi a fine anno. E poi 1,8 miliardi di dividendi maturati nei tre mesi che si aggiungono al saldo 2024 di 3 miliardi e al buyback da 2 miliardi. «Abbiamo uno dei dividend yield più elevati del settore bancario europeo e questo ci permette di restituire almeno 8,2 miliardi, considerando il dividendo di maggio, il buyback di giugno e l'acconto previsto a novembre. Ulteriori distribuzioni di capitale verranno quantificate alla fine dell'anno», ha spiegato Messina. Aggiungendo che ulteriori distribuzioni di capitale saranno quantificate a fine esercizio. Tornando alla trimestrale, il gruppo ha compensato il calo del margine di interesse con le commissioni, salite del 7 per cento. Il risultato dell'attività assicurativa ammonta a 462 milioni, rispetto ai 424 milioni del quarto trimestre 2024 e ai 455 milioni del primo trimestre 2024. Il risultato della gestione operativa è pari a 4,2 miliardi, in crescita del 36,6% rispetto al quarto trimestre 2024.
Sul fronte del supporto all'economia reale, nel primo trimestre del 2025 Intesa ha erogato 15 miliardi di nuovo credito a famiglie e imprese in Italia, e 21 miliardi complessivamente a livello di gruppo. Circa 640 aziende italiane sono state riportate in bonis da posizioni di credito deteriorato nel primo trimestre 2025 e circa 145mila dal 2014, preservando rispettivamente circa 3.200 e 722mila posti di lavoro. I vertici della banca si attendono un Pil in crescita dello 0,7% nel 2025 e dell'1% nel 2026. «Le aziende italiane stanno riprendendo a fare investimenti. E questo lo vediamo anche dal fatto che gli impieghi stanno crescendo», ha spiegato Messina. «Secondo me ci sarà un rimbalzo nella seconda parte dell'anno, con una chiara ripresa degli impieghi per le imprese. Per le famiglie vediamo che i mutui stanno andando bene. Sul fronte delle commissioni siamo molto positivi. Sul fronte del wealth management e protection ci aspettiamo una crescita a doppia cifra delle commissioni».
Messina ha concluso la conferenza con gli analisti sottolineando la sostenibilità dei
risultati e il fatto che «in Italia ci troviamo in una posizione unica di stabilità e questo lo si deve al governo. Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni stanno gestendo bene il tema del debito pubblico dando credibilità al Paese».
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