Messina non vuole altre azioni Rcs

L'ad di Intesa stoppa l'idea di convertire il debito. Stoccata di De Bortoli a Jovane sulla vendita dei Libri

Non si allenta la presa su Rcs. Ieri Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo, che è tra le banche esposte sul fronte del debito dell'azienda editoriale, ha detto di preferire il rimborso dei crediti alla conversione in azioni. «Noi, oltre che azionisti, siamo importanti creditori - ha detto Messina - quindi, come creditore, preferisco vengano rimborsati i crediti».

Intesa Sanpaolo è esposta verso Rcs con oltre 200 milioni, mentre altri 150 sono in carico a Ubi e 120 milioni sono vantati da Mediobanca e Unicredit insieme. Il risultato è che l'esposizione di Rcs con le banche sfiora il mezzo miliardo. Inoltre, la società guidata da Pietro Scott Jovane continua a bruciare cassa, come rimarcato anche da Paolo Rotelli, azionista con il 2,8% in una intervista a La Stampa . Rotelli, che ha ereditato la partecipazione dal padre, ha comunque spiegato di non avere per il momento intenzione di vendere e di essere pronto a votare per la lista (il rinnovo del consiglio è previsto tra un mese circa) che avrà il piano più convincente. Una situazione non facile quella di Rcs, oberata dai debiti nonostante l'aumento di capitale da 400 milioni completato l'anno scorso. Al momento, dunque, la cura Jovane, fatta di tagli al personale, dismissioni, come la sede storica del Corriere in via Solferino e, recentemente, la vendita di Igp Decaux, ha avuto soltanto un effetto placebo sui conti. Proprio per questo motivo il cda, convocato per l'inizio della prossima settimana, dovrà pronunciarsi sulla possibile vendita del settore Libri per circa 120 milioni a Mondadori. Una mossa non gradita ad alcuni soci, come Urbano Cairo ed altri. Quanto a Messina, l'ad ha cercato una posizione neutrale: «Come creditore preferisco vengano rimborsati i crediti e non parlo di operazioni specifiche». Ovvio, però, che un cda in scadenza, come quello attuale di Rcs, si troverà in forte imbarazzo a dover decidere su una dismissione importante anche se la vendita dei Libri, allontanerebbe lo spettro di un nuovo aumento di capitale. La questione della vendita dei Libri tiene comunque banco, tanto che anche il direttore del Corriere , Ferruccio De Bortoli, ha detto: «Sarebbe impertinente commentare la decisione, ma non vorrei essere nei panni del cda». L'annuncio della possibile vendita dei Libri a un mese dalla scadenza del cda e dalla presentazione delle nuove liste per consiglieri e ad, ha creato nuovi attriti tra i soci. Da un lato, infatti, c'è l'azionista di maggioranza relativa John Elkann (Fca), grande sponsor di Scott Jovane, dall'altra alcuni azionisti raccolti intorno a Giovanni Bazoli presidente di Intesa Sanpaolo, non soddisfatti dell'operato del manager.

Il futuro della società editoriale è dunque incerto: all'orizzonte non si intravede nessun «cavaliere bianco» pronto a versare capitali nelle casse della società, mentre le banche creditrici non vogliono trasformare il debito in azioni. In Borsa -0,4%.

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