Economia

Milleri succede a Del Vecchio alla guida del suo "impero"

Il numero uno di Essilux cooptato al vertice di Delfin. Un segnale di continuità per Mediobanca e Generali

Milleri succede a Del Vecchio alla guida del suo "impero"

Il passaggio di consegne era preventivato e ieri il cda di Delfin lo ha ratificato: Francesco Milleri, il manager con il quale Leonardo Del Vecchio ha concordato tutte le mosse degli ultimi anni, subentra al fondatore della holding, diventandone anche presidente. Resterà anche presidente e ad di EssilorLuxottica, così come Romolo Bardin mantiene le deleghe operative di Delfin, nel suo ruolo di amministratore delegato. Nella cassaforte lussemburghese Milleri avrà un doppio compito: quello di equilibrare le anime dei soci (i sei figli di Del Vecchio, la moglie Nicoletta Zampillo e il suo primogenito Rocco Basilico) e prosecutore dell'opera di Del Vecchio, a partire dalla questione Mediobanca.

Per quanto riguarda la composizione degli interessi dei soci, è lo stesso statuto di Delfin a mettere al riparo Milleri: è richiesta una maggioranza assembleare dell'88% (cioè l'accordo degli 8 soci che hanno il 12,5% ciascuno) per le delibere su governance e gestione degli attivi. Il manager è stato presentato molti anni fa a Del Vecchio da Zampillo, ma è in buoni rapporti anche con tutti gli altri eredi dell'imprenditore.

Delfin custodisce il 32,2% di Essilux, il 27,2% del colosso immobiliare Covivio, il 19,9% di Mediobanca, oltre al 9,2% di Generali e l'1,9% di Unicredit. Nel board della holding non siede nessun componente della famiglia, con Bardin che è sempre stato manager di stretta fiducia di Del Vecchio e in buoni rapporti con Milleri. Poi vi sono Mario Notari, notaio che non a caso ha gestito le carte testamentarie e che ha sostituito il fondatore nel cda di EssilorLuxottica, a ribadire la presa italiana sul gruppo con sede a Parigi. Poi Aloyse May e Giovanni Giallombardo, i due uomini che seguono maggiormente le vicende della holding in Lussemburgom dove Delfin ha sede.

Ora l'urgenza ruota attorno a piazzetta Cuccia, con la scelta se proseguire o meno la strategia di crescita iniziata da Del Vecchio e Milleri. Con la Bce sono rimasti aperti i canali dopo che Francoforte ha fatto sapere che per salire oltre la soglia del 20% è necessaria una trasformazione della holding in un gruppo bancario, cosa di fatto impossibile. L'altra soluzione è studiare una cordata con un grande istituto di credito, non per forza italiano. Con segnali di pace che vengono dal mondo Mediobanca, compresa la partecipazione del presidente di Generali, Andrea Sironi, e dell'amministratore delegato di piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, ai funerali del fondatore di Luxottica. Nonostante i dissapori per aver rifiutati i tentativi di composizione sia da parte di Piazzetta Cuccia che del Ceo Generali, Philippe Donnet.

Ieri a Parigi EssiLux ha ceduto il 2,8% a 139,8 euro.

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