La moda punta al Sudafrica

È una delle nuove frontiere del made in Italy. La «passerella» di Durban

Per la moda italiana si apre una nuova frontiera. Molti imprenditori stanno infatti guardando con crescente interesse al Sudafrica, dove a giorni (26-29 agosto) aprirà la quinta edizione della «Dff», la «Durban Fashion Fair».

L'appuntamento è appunto a Durban, capitale della regione del KwaZulu Nata, dove ancora si trovano i tipici villaggi zulu. Qui la moda è ricerca, secondo il percorso innescato cinque anni fa dalla mano pubblica attraverso gli investimenti del Dipartimento di business, development and tourism. Moda come riqualificazione di un nobile artigianato locale, che riesce a mixare tradizioni culturali e stile internazionale. Il KwaZulu Natal ha infatti una popolazione mista di Zulu, bianchi e di origine indiana che permette alla creatività di trovare elementi inusitati per l'ispirazione. Il «progetto Moda» è condotto da Sindi Shangase e trae origine da un programma professionale di formazione: in luglio un'esperta di branding e marketing sudafricana ma residente da molti anni a Milano - Helene Blignaut - forma e riqualifica gruppi di giovani artigiani e designer in workshop intensivi e ha la responsabilità, con il sostegno del mentor locale Greg Wallis, di selezionare una decina di partecipanti, con lo scopo di invitarli a Milano per due mesi di collaborazione. Ma nell'ambito della Dff i selezionati avranno anche un momento di celebrità, perché sfileranno accanto a stilisti già affermati, sia locali sia provenienti da altri Paesi africani, e a un ospite d'eccezione italiano, all'attenzione di giornalisti e investitori internazionali.

Tra gli ospiti di questìanno, il grande couturié r Jamal Taslaq, palestinese ma romano di adozione; Beppe Pisani responsabile del progetto Promozione Tessile per le giovani leve in tutto il mondo, due buyers di primissimo ordine. Nuovi orizzonti, nuove idee, culture che si incontrano. La globalizzazione qui esprime il suo aspetto migliore.

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