Modello Bce per Intesa e Mediobanca

In arrivo nuove governance. Bazoli: «Pronti a metà ottobre». E Nagel studia un «capo» degli indipendenti

Intesa Sanpaolo e Mediobanca hanno fatto i «compiti a casa». Per la prima, il tagliando della nuova governance è accompagnato dal nodo della futura presidenza. Per la seconda, la svolta si giocherà anche sulla presenza di un rappresentante delle istanze dei consiglieri indipendenti che con una guida possono diventare più influenti in nome della buona gestione. Perché niente sarà, anzi dovrà essere, più come prima. Anche nel governo societario delle banche che da novembre 2014 sono passate sotto la supervisione della vigilanza unica europea. Ovvero della Bce. Proprio da Francoforte è partito l' input a cambiare le regole, riducendo le poltrone - e dunque i costi - ma soprattutto rendendo più trasparente la gestione degli istituti. L'obiettivo non è solo creare degli anticorpi interni al ripetersi di casi come quelli che hanno travolto di recente la Popolare di Vicenza. Cambiare governance serve anche per aprirsi al mercato, attrarre investimenti e dialogare con i grandi fondi internazionali che hanno acquistato quote consistenti nel capitale delle banche nostrane.

Come nel caso di Intesa. Il numero uno Giovanni Bazoli lascerà nella primavera del 2016 ma sta gestendo al timone di un comitato ad hoc il passaggio dal modello duale a quello monistico, deciso a luglio. E ieri lo stesso Bazoli è salito in cattedra nell'aula magna della Bocconi di Milano per spiegare al fianco del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, le prospettive della governance nelle società quotate. «Siamo stati pionieri nel sistema duale», ha detto Bazoli esaltando il sistema che fino a oggi affiancava un consiglio di sorveglianza a un consiglio di gestione. E allora perché cambiarlo? «Lo hanno richiesto l'evoluzione dell'integrazione bancaria europea, l'avvento della vigilanza unica e la presenza di investitori stranieri nel capitale», ha risposto il banchiere bresciano. Confermando che Intesa si è impegnata a varare il nuovo statuto entro metà ottobre, in modo da inviarlo alla Bce e programmare un'assemblea straordinaria entro metà febbraio, due mesi prima di quella che in aprile rinnoverà il board con i nuovi meccanismi. Sul tavolo c'è la questione del sistema di voto che, ha osservato Bazoli, «certamente non può essere un sistema proporzionale né maggioritario. Il problema è vedere qual è il premio di maggioranza che va assegnato alla lista. Penso che la soluzione debba essere che, se anche c'è una terza lista che raggiunge un certo quorum, possa anch'essa beneficiare della distribuzione di posti riservati alla minoranza». Quanto al suo imminente addio - che per alcuni osservatori è tutt'altro che scontato - il presidente ha liquidato così la domanda: «In un'altra occasione ho risposto con un sorriso, ripeto il sorriso».

Mentre Intesa si prepara alla svolta riorganizzativa, il «salotto» di Mediobanca è invece stato già rimesso a nuovo.

Nel cda di Piazzetta Cuccia è anche allo studio la nomina di un Lead Indipendent Director , riporta la relazione sul governo societario. Si tratta in sostanza, di un punto di incontro, coordinamento e riferimento delle istanze e dei contributi dei consiglieri non esecutivi e, in particolare, di quelli indipendenti.

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