Buoni conti per Mondadori, con l’utile netto in salita del 17,8%. Ma il titolo scende in Borsa del 6,29% risentendo ancora dell’onda lunga della crisi. Non c’è dubbio, infatti, che la flessione della raccolta pubblicitaria, che nei primi tre mesi, anche se il dato non è definitivo, è scesa di circa il 15% senza far intravedere una possibile uscita dal tunnel, abbia pesato sul cosiddetto sentiment degli investitori, come pure il fatto che la società, in via prudenziale, abbia pensato di destinare l’utile a riserve straordinarie senza distribuire dividendo.
Quanto ai conti, il gruppo Mondadori (a cui fa capo anche il 36,9% del Giornale) nel 2011, ha realizzato un fatturato di 1,5 miliardi di euro, in calo del 3,1% sul 2010 con un un margine lordo in flessione del 7% a 130,4 milioni. Il problema è che le prospettive sono poco confortanti. «La partenza della raccolta pubblicitaria - ha detto l’ad Maurizio Costa - non è stata positiva. La flessione è stata molto pesante a gennaio, superiore al 20%, oltre il 10% a febbraio, mentre a marzo il calo è stato a una cifra».
Dalla Francia, dove Mondadori genera un fatturato di quasi 350 milioni di euro, «le notizie sono migliori, anche se il mercato non è euforico: il primo bimestre è stato buono - ha detto Costa - e anche marzo sostanzialmente sta tenendo, con qualche preoccupazione per i prossimi mesi». Insomma, una situazione non certo facile, anche se ci sono isole felici come la raccolta pubblicitaria per Internet, salita di oltre il 50% nella joint venture Mediamont, realizzata con Mediaset per questo scopo. Molto bene anche la radio del gruppo, R101, che ha visto il fatturato crescere del 12,4% contro un settore in contrazione del 7,8%.
E se il piano di ristrutturazione deciso nel 2009 si è chiuso con successo sia in Italia, con l’uscita di 233 dipendenti, sia in Francia con 74, l’obiettivo per il 2012 è quello di arrivare a ulteriori risparmi per circa 30 milioni. «Vogliamo ottenere una riduzione dei costi su tutte le aree e un ulteriore contenimento di quelli del lavoro», ha aggiunto Costa. Quanto al futuro, i progetti non mancano. «Stiamo lavorando - ha spiegato ancora l’ad - a un processo di cambiamento delle nostre testate più importanti ossia Chi, Panorama, Sorrisi&Canzoni e Grazia che avranno un’integrazione molto innovativa e totale con i contenuti presenti in rete. A queste si aggiugeranno anche Starbene e Flair». Mentre sul fronte del digitale, Mondadori sta pensando di realizzare un device proprietario, da vendere nella sua catena retail sul modello del Kindle di Amazon o il Nook, ossia l’eReader realizzato dalla catena libraria statunitense Barnes&Nobles.
Del resto Mondadori, che sul fronte dei libri è l’editore con la maggior quota di penetrazione (26,5%), pur nell’ancora «piccolo» mercato italiano degli ebooks, ha un catalogo con oltre 3mila titoli e una quota superiore ai concorrenti.
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