Il monito del G7 non rallenta la corsa dell’euro

da Milano

Il linguaggio forte utilizzato dal G7 durante il vertice di Washington della scorsa settimana per condannare «le brusche oscillazioni delle maggiori valute» ed esprimere la preoccupazione «circa le loro possibili implicazioni per la stabilità finanziaria ed economica», non sembra aver centrato l’obiettivo.
Alla riapertura dei mercati dopo la pausa del weekend, l’euro è tornato subito a esercitare pressione sul dollaro, toccando un massimo di seduta a 1,5885. Né maggiore presa hanno avuto sulle Borse gli impegni assunti dai Sette Grandi per uscire dalla crisi finanziaria. Tokio è crollata del 3%, Hong Kong del 3,6%, mentre i listini europei sono scesi tra lo 0,66% di Parigi e l’1,08 di Londra (meno 1,06% Milano). In calo, seppur modesto, anche Wall Street (meno 0,2% il Dow Jones, meno 0,6% il Nasdaq). Secondo il commissario Ue, Joaquin Almunia, il rapporto Draghi sulla stabilità dei mercati finanziari va bene, ma «ora dobbiamo andare avanti per applicare queste risposte».
Il cambio di registro contenuto nel comunicato finale del G7, con toni che hanno richiamato quelli del summit di Boca Raton, in Florida, del febbraio 2004, sembra indicare un diverso approccio degli Stati Uniti rispetto alla debolezza del biglietto verde, finora mai condannata in maniera così netta. Il nuovo atteggiamento è frutto in buona parte dei problemi provocati dal forte deprezzamento della moneta Usa, a cominciare dalla corsa dei prezzi petroliferi che ha contribuito alla decelerazione della crescita economica, con ripercussioni sulla fiducia dei consumatori e sull’inflazione. Con un dollaro sempre più «leggero», l’America rischia inoltre di non essere più appetibile per gli investitori stranieri.
Ma proprio il sempre più probabile scivolamento nella recessione e il pericolo di nuove svalutazioni societarie, giocano a sfavore del dollaro. Inoltre, nonostante le dichiarazioni di Christian Noyer, membro della Bce e governatore della Banca di Francia, sui «livelli abnormi» raggiunti dall’euro, la moneta unica continua a trarre vantaggio dalle ripetute prese di posizione dell’Eurotower contro un taglio dei tassi.
Più in generale, gli analisti sono perplessi sulla possibilità che le parole del G7 vengano accompagnate da azioni incisive.

Le Borse devono così continuare a confrontarsi con le cattive notizie in arrivo dal fronte societario. Dopo il profit warning di General Electric, venerdì scorso, ieri Wachovia, quarta banca Usa, ha annunciato di aver registrato nel primo trimestre una perdita di 393 miliardi di dollari.

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