Marcello Astorri
«Intendiamo diventare una meta turistica di prestigio e offrire un ambiente dinamico per gli investimenti industriali». Sono le parole del presidente del Montenegro, Milo Djukanovic, in visita ieri a Milano, all'Hotel Four Season, per la presentazione del libro «Fare affari con il Montenegro». Testo che si propone come punto di riferimento per gli imprenditori italiani che volessero investire lì. Il Paese dei Balcani, da quando è diventato indipendente dalla Serbia dopo il referendum del 2006, ha avuto un tasso di crescita medio del 3,3%, tra i più alti d'Europa. E le previsioni per il 2018 si attestano a un robusto +3%, +2,7% nel 2019.
Il governo cerca capitali esteri per alimentare la sua economia. Le condizioni offerte sono favorevoli, in questo senso, con una flat tax sui profitti di impresa di appena il 9 per cento. E aiuti statali agli investimenti da 500mila euro in su che generano almeno 20 posti di lavoro. Se poi un imprenditore straniero apre un'azienda in una delle aree meno avanzate del Paese è esentato dal pagamento della tassa sul profitto per otto anni. L'imposta sul reddito personale va dal 9 al 13 per cento.
Per la Banca mondiale, il Montenegro è al 42esimo posto su 190 Paesi per condizioni agevoli per fare affari. Mentre l'Italia è in 46esima posizione.
Il Paese balcanico usa l'euro come valuta ed è candidato all'ingresso nell'Unione europea, che dovrebbe arrivare entro il 2025. «Puntiamo al pieno ingresso nella Ue che deve proseguire il suo cammino su basi rinnovate senza posticipare l'allargamento» a Est, auspica Djukanovic.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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