Mps fa centro con l'aumento Viola: «Stop ai Monti Bond»

Operazione sottoscritta al 99,6% ma il titolo cade in Borsa (-3,2%) Occhi puntati sui fondi hedge

Completati i compiti patrimoniali impartiti dalla Bce, ora Monte Paschi deve trovare il successore di Alessandro Profumo alla presidenza. Si è infatti chiuso con il tutto esaurito l'aumento di capitale da 3 miliardi lanciato dall'istituto senese dopo la bocciatura agli stress test: l'operazione è stata coperta al 99,59% (2,98 miliardi), praticamente nullo quindi l'inoptato. I diritti rimanenti saranno negoziati in Borsa da lunedì.

Dopo una buona partenza (+1,2% in mattinata) il titolo Mps ha tuttavia chiuso debole in Borsa (-3,2% a 1,79 euro), complice il ritorno dell'incubo di una possibile uscita della Grecia dall'euro. Proprio l'andamento dei diritti rispetto al prezzo dell'aumento (1,17 euro la sottoscrizione) ha tuttavia reso conveniente scommettere su Siena anche per i grandi investitori internazionali.

Gli occhi della Borsa e della Consob sono quindi ora tesi a intercettare i nuovi padroni di casa dell'istituto senese, risanato dall'ad Fabrizio Viola: martedì è in agenda un cda. Nelle sale operative si dice da più parti che abbiano preso posizione su Monte Paschi alcuni hedge fund americani, a partire da Paulson e York Capital. Si scommette poi su un arrotondamento da parte di Alessandro Falciai (vicino al 2%), portatore della «senesità» della banca dopo la diluizione de fronte comune Fondazione Mps-Fintech-Btg Pactual dal 9% al 5,4%. L'aumento potrebbe peraltro essere stato un'occasione anche per un finanziere come Raffaele Mincione, autore qualche anno fa di un' infruttuosa incursione sulla Rocca, magari in attesa delle nozze che la stessa Bce ha già caldeggiato a Siena.

Con il denaro raccolto Mps proseguirà «le azioni di rafforzamento», pronta a «cogliere al meglio le future opzioni strategiche», ha detto Viola confermando che il gruppo provvederà all'integrale restituzione allo Stato dei Monti bond «con largo anticipo» rispetto alla scadenza del 2017. Prosegue, intanto, il lavoro dei cacciatori di teste per trovare il successore di Profumo, che dovrebbe lasciare la presidenza dopo l'approvazione della semestrale, attesa il 6 agosto.

Fondazione Mps, insieme ai sudamericani di Fintech e Btg Pactual, hanno in mente una solida figura manageriale e con meno di 70 anni di età. La ricerca sarebbe quindi stata allargata anche a banchieri stranieri, tra i principali «papabili» ci sarebbero comunque Pietro Modiano (ex Unicredit e IntesaSanpaolo) e Luigi De Vecchi (Citibank).

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