Luca di Montezemolo mostra di avere ormai forte presa sull'Alitalia e, davanti a 2mila dipendenti, attacca tutti. Innanzitutto l'aeroporto di Fiumicino, «uno scandalo», «con un black out ogni tre minuti». Nel 2016, annuncia, avremo un terminal totalmente nostro. Poi polemizza con l'Enac: «Deve fare il suo mestiere e non occuparsi di cose che non lo riguardano» (riferimento implicito alla difesa di Adr). Va allo scontro frontale con Ryanair: «Dobbiamo svelare i giochi sottobanco, come sta succedendo a Bari» dove la Procura ha avviato indagini sui finanziamenti alla compagnia. Se la prende anche con il governo: «Un paese serio non metterebbe un dirigente di Emirates al vertice Enit». Piuttosto, farebbe «promozione turistica dove apriamo nuove rotte». E lo accusa di non mantenere le promesse: «Se Etihad, l'anno scorso, quando stava trattando il suo ingresso in Alitalia, avesse chiesto di spostare la Tour Eiffel, l'avrebbero accontentata», ma parte di quegli accordi resta sulla carta.
Oltre a qualche battuta a effetto («Ci metto la faccia e la camicia» con riferimento ai manager di Air France, «utile nel 2017 con le unghie e con i denti»), dall'incontro non sono emerse novità industriali. Il vicepresidente James Hogan ha ribadito che Etihad ha ordini per centinaia di aerei a lungo raggio, che potrà trasferire anche ad Alitalia, e ha annunciato un affondo sulla Germania grazie alle sinergie con Air Berlin: «Alitalia diventerà la migliore compagnia d'Europa ma dobbiamo affrontare delle sfide». Quanto al piano, Montezemolo avverte che «non cambia di una virgola». Confermati per il 2016 nuovi voli da Roma per Santiago e Città del Messico, da Venezia per Dusseldorf, da Linate per Atene. Ma nelle ultime ore è stato deciso di chiudere il Malpensa-Shangai, nato per l'Expo.
Con la richiesta di costituzione di parte civile di oltre mille azionisti, della Banca d'Italia, di Consob, di Mps e della stessa Fondazione Monte dei Paschi di Siena, si è aperta ieri a Milano l'udienza preliminare a carico degli ex vertici dell'istituto di credito senese, Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri, di Sadeq Sayeed, ex ceo di Nomura International, di Raffaele Ricci e delle stesse due banche, imputate per l'operazione con la centro l'operazione di ristrutturazione del derivato Alexandria.
Al contrario di Mps, la Fondazione non si è costituita contro Mussari e Vigni, verso cui è già aperto a Firenze un procedimento civile per danni patrimoniali e non patrimoniali. Il giudice ha rinviato l'udienza al prossimo 27 novembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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