Camilla Conti
Tre giorni lavorativi e mezzo, ovvero dalle 9 di ieri alle 14 del 21 dicembre. È il tempo che il Monte dei Paschi ha per convincere 40 mila piccoli investitori a convertire le proprie obbligazioni subordinate in titoli della banca dopo il via libera della Consob al piano bis varato giovedì dal cda di Rocca Salimbeni.
La «grande adunata» della clientela retail parte con la telefonata di un call center (gestito da una società esterna alla banca) che invita il risparmiatore a recarsi in filiale per ricevere informazioni di suo interesse in relazione ai suoi bond subordinati. Il servizio di consulenza verrà fornito solo ai clienti con un adeguato profilo di rischio previsto dalle nuove regole Mifid. Come arma di persuasione Mps userà il fatto che in caso di salvataggio statale, la conversione in azioni potrebbe comportare perdite superiori: se il governo intervenisse, i bond subordinati «potrebbero essere soggetti a conversione forzosa in azioni» a condizioni che «non sono note» ad oggi e che quindi potrebbero essere migliori, uguali o a anche peggiori» rispetto a quelle riconosciute da Mps nella sua offerta di conversione volontaria, scrive l'istituto senese nel prospetto.
La conversione (allargata anche al bond Fresh 2008) e l'aumento di capitale devono portare nelle casse di Siena 5 miliardi entro il 31 dicembre. L'obiettivo dell'ad Marco Morelli è quello di aggiungere al miliardo già raccolto con l'offerta agli investitori istituzionali almeno un altro miliardo dal retail (secondo le stime del management, l'adesione si attesterà al 40,4%), il resto dovrà arrivare dagli attuali azionisti - compresi il presidente Alessandro Falciai e il Tesoro che per mantenere l'attuale 4% dovrebbe sborsare 200 milioni - ma soprattutto dagli investitori di grossa taglia come il Qatar. La «linea Maginot» si aggira attorno ai 4,5 miliardi. Se verrà raggiunta quella cifra, la banca ce la farà. Se invece dovesse fallire il piano di mercato, il Consiglio dei Ministri sarebbe pronto a riunirsi tra giovedì 22 e venerdì 23 per aprire il paracadute pubblico con il varo di un decreto dai contorni ancora fumosi.
Ma il tempo stringe. Anche perché dal nuovo prospetto sulla conversione dei bond spuntano numeri inquietanti: nel rifiutare la proroga dell'aumento a fine gennaio, la Bce ha calcolato che in una situazione teorica di stress la banca, in assenza di ricapitalizzazione, potrebbe subire «una fuoriuscita di circa 10,3 miliardi di liquidità nel corso di un mese». In tale scenario teorico Mps avrebbe infatti solo 29 giorni per «far fronte ai propri fabbisogni di liquidità senza ricorrere a nuovi interventi». Non solo. La situazione di incertezza ha provocato un'emorragia di depositi, con 6 miliardi di «raccolta diretta commerciale» persi tra il 30 settembre e il 13 dicembre, «di cui 2 miliardi dal 4 dicembre, data del referendum». I sei miliardi si aggiungono ai 13,8 persi nei primi nove mesi, portando il saldo negativo a quasi 20 miliardi.
Una «tragedia», l'ha definita ieri il presidente della Fondazione Cariplo e dell'Acri, Giuseppe Guzzetti.
Ricordando che in base alla legge Ciampi sulle fondazioni bancarie nell'organo di indirizzo di un ente la parte pubblica non deve avere la maggioranza. A Siena cosa è successo? «Su 15 membri dell'organo di indirizzo della Fondazione Mps, 8 sono nominati dal sindaco e 5 dalla provincia», ha risposto Guzzetti. Più chiaro di così.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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