Economia

"Niet" della Rai all'offerta Mediaset

Il cda alla Consob: "Il 51% di Raiway deve restare pubblico". Ei Towers replica: "La nostra offerta è legittima"

"Niet" della Rai all'offerta Mediaset

Abertis compra le torri di Wind e diventa campione europeo di infrastutture per le tlc, mettendo insieme tlc e tv. Un accrocchio che non piace agli analisti del settore, essendo i due business molto diversi, ma che potrebbe diventare lo stesso schema che sarà adottato da Ei Towers (le torri di Mediaset), che ha lanciato un'offerta su Raiway (quelle della Rai)se persisterà il «niet» del governo a scendere sotto il 51% della società. Un'unione che sarebbe efficace per entrambe le aziende, ma osteggiato da una parte della sinistra e dai sindacati. Una sorte strana per una società quotata che dovrebbe avere come primo obiettivo quello di creare valore per gli azionisti. In questo caso il valore è stato creato, dato che il titolo Raiway è quasi raddoppiato dopo l'offerta di Ei Towers, ma una conclusione positiva della trattativa pare difficile. Ieri il cda Rai ha spiegato a Consob, in uno stringato comunicato, «che l'attuale quadro normativo e provvedimentale di riferimento, a cui Rai deve necessariamente attenersi e rispetto al quale non ha margini di autonomia, prevede il mantenimento del 51% del capitale sociale di Raiway». Ei Towers ritiene che la risposta di Rai sia una conferma al fatto che la sua offerta sia legittima in quanto non ci sono leggi ostative alla questione. Ei Towers presenterà, entro il 16 marzo alla Consob, la bozza del prospetto dell'Opas per il 66% di Raiway, magari rimodulandola al 49%. Per dribblare la situazione e creare un campione unico nazionale, forse a controllo pubblico, in grado di coinvolgere anche Telecom, che presto quoterà le sue torri di trasmissione, potrebbe avere un senso. Se ciò non avvenisse infatti si rischierebbe di far acquistare le infrastutture italiane di tlc e tv da grandi gruppi stranieri. Il modello evocato è quello di Terna, le società degli elettrodotti, che fa capo a Cdp. E non a caso si ragiona su un eventuale intervento della Cassa depositi e prestiti o del suo Fondo strategico come possibile azionista non privato della futura società delle antenne. E anche se il presidente di Telecom, Giuseppe Recchi smentisce il progetto di un polo unico, la questione non può essere scartata. Telecom, alla nuova società, potrebbe portare anche le torri di Persidera, joint venture tra la società tlc e il gruppo Espresso. Il sottosegretario alle tlc Antonello Giacomelli sponsorizza un operatore infrastutturale puro o uno a maggioranza pubblica. Quanto a Wind, alla filiale tlc del gruppo iberico, ossia Abertis Telecom Terrestre, andrà il 90% di Galata, la società delle torri della società di tlc, per 693 milioni. Con Wind che manterrà una partecipazione del 10%. La società iberica ha in prospettiva la quotazione in Borsa della nuova società i cui ricavi aumenteranno del 40%. L'operazione, fortemente voluta dall'ad Wind Maximo Ibarra, permetterà alla società telefonica di rimborsare parte del debito. In tutto Abertis avrà 15mila torri diventando il maggior operatore di infrastutture di tlc in Europa: oltre alle 7mila in Italia ne possiede altre 4.600 in Spagna, dove ce ne sono altre 3.400 per la trasmissione televisiva. Sullo sfondo c'è anche la vicenda che coinvolge la rete Telecom per lo sviluppo della banda ultralarga che sarà discussa oggi dal governo.

Mentre Orange, ossia l'ex-France Telecom, che potrebbe proporre alla società un accordo per realizzare un campione europeo delle tlc.

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