Economia

"No a nuove tasse sul gioco legale, non siamo il bancomat dello Stato"

La Federazione Italiana Esercenti Gioco Legale critica il Decreto Rilancio che prevede un nuovo prelievo sulle scommesse sportive: "Cosìsi mette a rischio la sopravvivenza dell’intero settore e l'occupazione"

"No a nuove tasse sul gioco legale, non siamo il bancomat dello Stato"

La Federazione Italiana Esercenti Gioco Legale (Fiegl) che fa capo a Confesercenti punta l’indice sul Decreto Rilancio, che prevede un’ulteriore tassazione per il settore con l’applicazione di un prelievo pari allo 0,3% del totale della raccolta delle scommesse sportive per finanziare il Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale e sottolinea in una nota come “invece di ricevere tutele e garanzie da parte del Governo, il settore si trova così ad essere considerato nuovamente un bancomat dello Stato, utilizzato per fare cassa sulla pelle dei lavoratori che rischiano ogni giorno di più di perdere il posto di lavoro”.

“La misura contenuta nel decreto si configura quindi come un nuovo aumento della tassazione nei confronti di un comparto che, più di ogni altro, è stato penalizzato dalla chiusura totale dell’attività a partire dal mese di marzo e che sta continuando tuttora a subire le conseguenze economiche della mancata riapertura, causata dall’erronea percezione che le attività di gioco si svolgano in luoghi non facilmente gestibili per la prevenzione del contagio”.

"Le aziende, con grandi difficoltà di accesso al credito negato da molti istituti per motivi 'etici', stanno facendo la propria parte, effettuando cospicui investimenti per adottare tutte le misure idonee a garantire la totale sicurezza per i lavoratori e i giocatori e sono pronte a ripartire subito”. Ma in assenza di un provvedimento che autorizzi la ripartenza e con l’aggiunta della nuova tassazione sulla raccolta delle scommesse, c’è “la fondata certezza che la gran parte dei punti di vendita non si troverà nelle condizioni di ripartire, con un pesante ed evidente risvolto occupazionale”, sottolinea la Fiegl.

La Federazione Italiana Esercenti Gioco Legale ribadisce “di non accettare assolutamente questo ulteriore balzello che mette a rischio la sopravvivenza dell’intero settore e si rammarica di constatare, ancora una volta, come la categoria degli esercenti del gioco legale non venga considerata dal Governo come l’unico effettivo presidio di legalità sul territorio per la raccolta del gioco”.

Dura critica anche da parte di Stefano Zapponini, presidente di Sistema Gioco Italia Confindustria che, in un’intervista a il Sole 24 Ore definisce il Decreto Rilancio “punitivo nei confronti del settore con il prelievo aggiuntivo” sulla raccolta delle scommesse”, che con oltre 150mila addetti garantisce allo Stato un gettito fiscale superiore a 10 miliardi di euro all’anno. “Con il prelievo aggiuntivo deciso dal Governo, il settore è l’unico che andrà a subire un aumento fiscale” mentre si attendono data di riapertura e migliaia di lavoratori in cassa integrazione”, sottolinea ancora il presidente della federazione che fa parte di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici che rappresenta la filiera industriale del gioco legale: dai concessionari ai gestori degli apparecchi, dal bingo all’ippica. Zapponini rileva come esista un “pregiudizio” verso il settore da parte del governo e se la domanda di gioco è in crescita si rischia, “riducendo il presidio legale” lasciando spazio a chi opera nell’illegalità. Per questo torna a chiedere un’interlocuzione che fino ad ora non c’è stata “prima che diventi troppo tardi” considerando che a pesare sono anche il divieto di pubblicità e l’obbligo della tessera sanitaria.

Temi che sono al centro del dibattito politico. “Alcuni settori stanno ricevendo dei trattamenti ingiustificati che, nel breve e medio periodo, porteranno a delle conseguenze tragiche per l’economia. Penso, ad esempio, alla demonizzazione del settore del gioco legale che, non solo offre un presidio di legalità ad un settore che altrimenti verrebbe fagocitato dalla criminalità organizzata, ma consente a molti esercenti di sostenere la loro attività in maniera trasparente e rappresenta ben oltre 120mila posti di lavoro - afferma la deputata Benedetta Fiorini, segretario della Commissione attività produttive della Camera -. Ancora una volta, lo Stato sta pensando di prelevare risorse da qui” senza tener conto delle “conseguenze per tutti coloro che verrebbero impattati, a tutti i livelli. Bisogna tutelare il gioco legale altrimenti si fa un regalo alla criminalità”.

“La situazione di stallo in cui ci sta costringendo il governo sta facendo perdere fiducia a moltissimi imprenditori – continua Benedetta Fiorini - che si trovano ancora in una situazione di impossibilità nel portare avanti la propria attività. In questo momento non c’è bisogno di nuove tasse, in nessun settore, che avrebbero effetti devastanti per chi sta già soffrendo per le chiusure.

Per questa ragione, abbiamo presentato una proposta di modifica al Decreto liquidità con cui chiediamo al governo di estendere di ulteriori nove settimane le norme speciali in materia di trattamento di integrazione salariale e assegno ordinario previste dal Decreto Cura Italia, in modo da consentire alle aziende di reimmettere gradualmente le risorse nel processo produttivo in maniera direttamente proporzionale alla rinnovata possibilità di generare ricavi”.

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