Economia

Novità sul Superbonus 110%, ecco cosa succederà col nuovo governo

Per le prime case l'aliquota dovrebbe essere ridotta fino all'80%, al 50%-65% per le seconde

Novità sul Superbonus 110%, ecco cosa succederà col nuovo governo

In attesa dell'insediamento del nuovo esecutivo, si parla già di revisione dei bonus edilizi, in primis del cosiddetto "Superbonus 110%".

Tra le fila di Fratelli d'Italia la volontà pare quella di colpire l'attuale aliquota, ma non di cancellare definitivamente le agevolazioni fiscali connesse al mondo dell'edilizia. Nelle intenzioni della compagine guidata da Giorgia Meloni, stando a quanto annunciato in campagna elettorale, l'obiettivo dovrebbe essere quello di accorpare i vari bonus casa esistenti, proponendo un'unica aliquota intorno all'80%. Lo stesso presidente di FdI aveva infatti dichiarato di avere intenzione di intervenire "sull'entità dei bonus, che non dovrebbero mai superare l'80% del costo sostenuto. Personalmente lo indirizzerei prevalentemente verso la prima casa, semplificando le norme. Ma abbiamo bisogno di tutelare i cosiddetti esodati del 110%". In parole povere, quindi, il nuovo governo dovrebbe in qualche modo prevedere l'inserimento di una deroga per tutelare tutte le pratiche già avviate.

Non solo prime case

Anche per il Superbonus, quindi, è presupponibile una netta riduzione dell'aliquota, che dal 110% scenderebbe fino all'80%: una percentuale, tuttavia, applicabile solo ed esclusivamente sulle prime case. Diverso, invece, il discorso relativo alle seconde case, per le quali l'aliquota dovrebbe essere preticamente dimezzata: stando alle ultime indiscrezioni, essa dovrebbe infatti aggirarsi tra il 50% e il 65%.

È bene ricordare che lo stesso Draghi era intervenuto per modificare aliquote e scadenze del Superbonus tramite l'ultima legge di Bilancio: la normativa in essere prevede il mantenimento dell'aliquota al 110% fino al 2023, per diminuire fino al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. Per edifici unifamiliari/villette la scadenza è fissata al 31 dicembre 2022.

Cessione del credito

Non è escluso che il nuovo governo possa intervenire anche sul meccanismo di cessione del credito da parte delle banche ai propri correntisti. Per rimettere in moto gli ingranaggi, intensificando e implementando dall'altro lato i controlli, l'Agenzia delle entrate ha recentemente chiarito tutte le novità introdotte coi decreti Aiuti e Aiuti bis. Nella circolare 33/E viene definita la "responsabilità solidale" del fornitore che ha applicato lo sconto in fattura, così come quella eventuale del cessionario del credito, ovviamente nel caso in cui "sia accertata la mancata sussistenza, anche parziale, dei requisiti che danno diritto alla detrazione d'imposta".

Tra gli indici di valutazione, ovvero i criteri che se rispettati dovrebbero escludere dai controlli approfonditi da parte del Fisco, vi sono ad esempio l'incoerenza reddituale, l'incoerenza tra il valore del credito e il profilo finanziario del cliente, la sproporzione tra l'ammontare dei crediti ceduti e il valore dell'unità immobiliare, e la mancata effettuazione dei lavori.

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