Non è stato facile, ma alla fine l'accordo è stato raggiunto per la fusione tra Wind e 3 Italia. Per il perfezionamento bisognerà attendere il via libera di Authority e Antitrust. Si tratta insomma di un altro annetto. Ieri Jean-Yves Charlier, amministratore delegato di Vimpelcom, controllante di Wind, ha dato l'annuncio nel corso della conference call per la presentazione dei conti. Tra la società russa e quella di Hong Kong, Hutchison, che controlla «3», verrà creata una holding di controllo della joint venture paritetica, al 50%, che deterrà i due marchi della telefonia mobile e fissa in Italia.
La joint venture creerà il primo gestore della telefonia fissa in Italia, con 31 milioni di clienti nel mobile e circa 2,8 nel fisso. Il valore totale dell'accordo è di 21,8 miliardi, valutando Wind 13,9 e Hutchison 7,9 miliardi. A pareggiare i conti ci pensa il debito: che è zero per «3» ma di 10,1 miliardi per Wind. Ma l'unico cash in vista è quello di Hutchison, pari a 200 milioni. Gli accordi prevedono inoltre un lock up di un anno, durante il quale nessuno potrà scendere sotto il 50%. L'integrazione porterà, nelle attese, 700 milioni di euro di sinergie annue, il 90% atteso dal terzo anno post-chiusura dell'accordo con ricavi congiunti pro-forma pari a 6,4 miliardi.
La nuova società sarà guidata da Maximo Ibarra, attuale amministratore delegato di Wind. Vincenzo Novari, ad di 3 Italia, sarà nominato consulente senior per l'Italia di Hutchison ed entrerà nel consiglio della holding della joint venture dopo il completamento dell'operazione. Mentre il direttore generale di «3», Dina Ravera, guiderà il processo di integrazione di fusione. Stefano Invernizzi, attuale cfo di 3 Italia, sarà il direttore finanziario. Il cda sarà composto da sei consiglieri, tre di nomina Hutchison e tre Vimpelcom, il presidente del consiglio di amministrazione ruoterà tra le due società madri ogni 18 mesi e avrà un voto decisivo su alcune questioni fondamentali di business.
Vimpelcom e Hutchison hanno previsto una struttura di corporate governance chiara per garantire una joint venture di successo con un forte management, sostenuto da un board composto da sei membri, tre nominati da ciascuna controllante. Il presidente del consiglio di amministrazione ruoterà tra le due controllanti ogni 18 mesi e avrà un voto decisivo su alcune questioni fondamentali di business.
L'unione tra le due società era nell'aria da tempo e ora si prepara la sfida ai due giganti delle tlc nazionali Vodafone e, naturalmente, Telecom Italia. Ieri si è svolto anche il cda dell'ex-monopolista. La società guidata da Marco Patuano oggi comunicherà i conti semestrali che non saranno brillanti vista la discesa del Brasile e gli accantonamenti per cause pendenti.
E sempre ieri c'è stato poi il debutto a livello istituzionale del presidente di Vivendi, Vincent Bolloré che ha fatto visita al capo del governo Matteo Renzi.
La società francese è diventata primo azionista di Telecom con una quota che sfiora il 15%. All'incontro c'era anche il consigliere del premier sulla banda larga Andrea Guerra. I vertici di Telecom non hanno invece incontrato il finanziere francese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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