Oggi a Stoccolma, a margine del Consiglio europeo informale dell'Energia, si riuniscono «tutti i Paesi che hanno un posto nel nucleare europeo, che sarà uno degli strumenti insieme alle rinnovabili per raggiungere i nostri obiettivi di neutralità carbonio». Incontro annunciato e voluto dalla ministra francese per la Transizione, Agnes Pannier-Runacher. E in un primo momento sembrava che anche l'Italia avrebbe accolto l'invito francese, insieme a Romania, Bulgaria, Slovenia, Cechia, Svezia, Slovacchia, Polonia, Ungheria, Croazia, Olanda e Finlandia. Invece no: lo ha chiarito il ministero competente, l'Ambiente, il cui titolare Gilberto Pichetto, nel rispetto istituzionale che richiede questo tema, non ritiene che l'Italia possa sedersi a un tavolo sul nucleare; non prima di aver affrontato e risolto a livello parlamentare e giuridico il divieto di generare energia nucleare nel territorio nazionale sancito e ribadito dalla volontà popolare. Una posizione che Pichetto tiene al di là delle proprie inclinazioni politiche o tecniche: non è un mistero che il ministro di Forza Italia sia favorevole al nucleare di nuova generazione che, nel giro di 15 anni, potrebbe diventare realtà. Ma al momento non può schierare l'Italia né in quella, né in altre direzioni.
Uno scrupolo che, al contrario, dimostra di non avere il vicepremier Matteo Salvini. Sbarcato nella capitale svedese per partecipare anch'egli al Consiglio europeo informale di sua competenza, nelle vesti di ministro delle Infrastrutture, Salvini non ha esitato a rispondere alla domanda sul nucleare: «Investire sul nucleare pulito e sicuro di ultima generazione è un dovere sociale, economico e ambientale. Avanti futuro».
Una posizione personale o del suo governo? Di sicuro si tratta di una posizione tutt'altro che attendista. Ma che non deve trarre in inganno: nessuna divisione dentro all'esecutivo sul nucleare. Solo stili molto diversi tra loro.MZ
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