Economia

La batosta sulla benzina: novità al distributore

"L'allarme si ripercuote sulle tasche delle famiglie non solo per i rifornimenti di carburante, ma anche attraverso i listini al dettaglio di una moltitudine di prodotti", spiega Codacons

La batosta sulla benzina: novità al distributore

Sale ancora una volta il costo della benzina, che si avvicina a quota 1,6 euro per litro e raggiunge così un nuovo record.

Stando ai rilevamenti settimanali effettuati dal Ministero dello sviluppo economico, in soli sette giorni si è passati da 1,588 euro al litro fino a 1,593. In lieve salita anche il prezzo del gasolio, ora a 1,452 euro per litro contro gli 1,477 della scorsa settimana. Il Codacons lancia l'allarme: "Un litro di benzina costa oggi il 16,7% in più rispetto a maggio dello scorso anno, con un maggior esborso per un pieno di verde pari a +11,4 euro", spiega l'associazione. "Il gasolio costa il 15,7% in più su base annua, +9,85 euro per un pieno". In concreto, pertanto, tale incremento ha significato per ogni famiglia, rispetto al mese di maggio dello scorso anno, un esborso di 273 euro."Rispetto al 2020, oggi una famiglia media paga 273 euro in più all'anno per i rifornimenti di carburante a causa della corsa senza freni dei listini di benzina e gasolio alla pompa", precisa il presidente Carlo Rienzi.

Si tratta in concreto di"un vero e proprio allarme prezzi che si ripercuote sulle tasche delle famiglie non solo per i rifornimenti di carburante, ma anche attraverso i listini al dettaglio di una moltitudine di prodotti". Ovvio, infatti, che l'aumento del carburante comporti una crescita dei costi per il trasporto delle merci, che non potrà non portare ulteriori aumenti in vari settori. "A tali effetti diretti vanno aggiunti quelli indiretti, ossia le ripercussioni del caro-benzina sui prezzi dei prodotti trasportati, sull'industria e sui beni energetici, con una vera e propria stangata che rischia di abbattersi sulle tasche delle famiglie italiane", aggiunge Rienzi.

Tra i primi settori colpiti c'è quello agroalimentare, nel quale i costi della logistica possono potenzialmente arrivare ad incidere fino al 30-35% sul prezzo di frutta e verdura. Il fatto che l'85% dei trasporti commerciali in Italia avvenga su strada, è un campanello d'allarme in tal senso. Ecco perchè è necessario, per l'associazione, proseguire nell'individuare delle alternative più "green" ed accessibili, come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza relativamente allo sviluppo delle bioenergie, verso cui spinge la Coldiretti. "Ma con il Pnrr serve anche agire sui ritardi strutturali dell'Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma pure con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo", spiega infatti il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, come riportato da Ansa.

"Si tratta di una mancanza che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export al quale si aggiunge proprio il maggior costo della 'bolletta logistica' legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci", conclude Prandini.

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