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Offerta Cdp sulla rete Tim: fino a 10 miliardi cash

Operazione da 20 miliardi insieme a Macquarie, ma con più cassa rispetto alla proposta Kkr

Offerta Cdp sulla rete Tim: fino a 10 miliardi cash

Via libera all'offerta del tandem Cassa depositi e prestiti-Macquarie per l'acquisizione della rete di Tim, passo fondamentale per la nascita della rete nazionale desiderata dal governo Meloni. Ieri pomeriggio, infatti, il cda della società guidata da Dario Scannapieco ha dato l'ok alla presentazione di una proposta non vincolante tramite la controllata Cdp Equity, «congiuntamente a Macquarie Asset Management per l'acquisto della costituenda NetCo di Tim, che ricomprenderà la rete infrastrutturale e la partecipazione in Sparkle. Il termine di validità dell'offerta è fissato al 31 marzo 2023», si legge sul comunicato di poche righe divulgato in serata. Superato quest'ultimo passaggio, nelle prossime ore l'offerta sarà recapitata a Tim. Nessun dettaglio ufficiale sui parametri della proposta, ma si parla di un'offerta di 20 miliardi, con una componente cash di circa 10 miliardi, 8 miliardi di debito e altri due di earn-out pagabili all'avveramento di determinate condizioni. La maggiore liquidità, per circa 2-2,5 miliardi, sarebbe la componente migliorativa dell'offerta rispetto a quella di Kkr presentata il 2 febbraio e bocciata dal cda con richiesta di rilancio: il fondo americano avrebbe messo sul piatto sempre una ventina di miliardi. La sua proposta, però, comprenderebbe 10 miliardi di equity, così infatti viene valorizzata Fibercop, la rete secondaria di Tim su cui Kkr ha investito 1,8 miliardi rilevandone il 37,5% due anni fa.

Nella nota di Cdp non si fa riferimento al conferimento di Open Fiber, di cui la Cassa è azionista al 60% e socia di Macquarie che ne ha il 40%. Fonti finanziarie credono che la posizione di Cdp, azionista sia di Tim con il 9,8% sia di Open Fiber, potrebbe far nascere problematiche in seno all'Antitrust. L'aspetto, tuttavia, si vorrebbe gestirlo attraverso il dialogo con la Commissione europea e la cessione di aree in sovrapposizione. Il nodo Antitrust è tra i motivi per cui le trattative con Kkr per un'operazione congiunta si sono arenate: gli americani, infatti, prima di sedersi a un tavolo volevano rimuovere dal campo tutte le possibili problematiche con il Garante. Ora la palla passerà a Tim che dovrà esaminare i dettagli della proposta per l'acquisizione di Netco.

Oltre agli ostacoli dell'Antitrust, però, si dovrà fare i conti con Vivendi, che ha valutato la rete 31 miliardi e da lì non vorrebbe scendere. E, da tempo, preferirebbe che Tim venisse prima delistata per poi accordarsi privatamente per la cessione dell'asset. I francesi, che hanno il 23,75% di Tim, potrebbero mettersi di traverso in modo decisivo nel contesto di un'assemblea straordinaria per approvare l'offerta. Le cifre sul tavolo, però, sono distanti perfino da quanto valuta la rete il cda della stessa Tim: circa 25 miliardi. Non è da escludere, quindi, che alla fine non si possa virare di nuovo verso un'alleanza con Kkr: il tempo per riannodare il discorso non manca. L'offerta non vincolante di Cdp-Macquarie ora finirà a stretto giro sul tavolo del Comitato parti correlate di Tim, in quanto coinvolge azionisti rilevanti della tlc.

Finito l'esame, la proposta verrà esaminata con buona probabilità dal cda di Tim nell'appuntamento già in calendario del 15 marzo, che ha all'ordine del giorno l'esame dei conti del 2022.

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