Oggi il cda per il direttore del «Corriere»

Fontana favorito su Orfeo. L'addio di De Bortoli: «Finito il rapporto con gli editori “pro tempore”»

Oggi è l'ultimo giorno al Corriere della Sera per Ferruccio De Bortoli, dopo 12 anni complessivi alla direzione e 42 in tutto. E mentre si attende il suo ultimo editoriale, ieri la redazione di via Solferino lo ha salutato con un lungo applauso. Il suo commiato in una lettera di tre cartelle, nella quale, dopo aver ringraziato i vicedirettori, De Bortoli ha confermato che oggi si «interrompe definitivamente il rapporto con gli editori pro tempore» del Corriere . A sottolineare, forse anche con un pizzico di malizia, che gli attuali grandi azionisti passano, mentre il Corriere resta e resterà. Una «grande istituzione del giornalismo e della cultura del nostro Paese», con la quale De Bortoli dichiara di mantenere invece un legame indissolubile.

Ma oggi è anche il giorno del cda della Rcs che, alle 17, si riunisce proprio per indicare il successore di De Bortoli: non sono bastati sei mesi e due diversi consigli per individuarlo e si è così arrivati all'ultimo giorno. Due i candidati rimasti fino a ieri in gioco: il direttore del Tg1 Mario Orfeo e il condirettore di De Bortoli, Luciano Fontana.

La candidatura di Orfeo ha preso forza proprio nelle ultime ore, soprattutto sulla scorta di considerazioni politiche, legate anche alla stessa casella del Tg1 che così rimarrebbe scoperta e potrebbe essere riempita da un direttore gradito al governo. Tuttavia la soluzione interna è quella che arriva al rush finale con i favori del pronostico: dopo il licenziamento di un direttore come De Bortoli, il Corriere avrebbe più bisogno della scelta di continuità. Questo è quanto molti soci hanno detto al neo presidente Maurizio Costa, che oggi tirerà le fila del percorso seguito fin qui, per ottenere una scelta condivisa.

La scelta di Fontana, oltre a essere quella formalmente espressa dallo stesso De Bortoli nel comitato nomine, come prevedevano gli accordi sulla sua uscita, rispetta

anche i canoni un tempo ricordati dal primo azionista Rcs, la Fiat, quando John Elkann citò l' Economist come un caso virtuoso di governance che prevede al suo interno i meccanismi di scelta per la successione del direttore.

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