Tra «Oil» e «utility» le cedole di Eni ed Enel e le altre europee

Prezzi e domanda di petrolio, taglio dei costi, sviluppo dell'efficienza energetica e banda larga. Sono questi i driver che nel 2016 potrebbero fare la differenza nel campo dell'energia e del petrolio e rendere alcuni i titoli del settore interessanti soprattutto come rendimenti. «Il ribasso delle quotazioni delle società che operano nel settore dei servizi petroliferi può essere sfruttato per acquisti selettivi», scrivono gli analisti di Barclays. E dunque per beneficiare di alti «dividend yield». E tra le «oil and gas», una citazione la merita Eni che, per finanzaoperativa.com , «è particolarmente appetibile dal punto di vista dei fondamentali e vanta un rendimento del dividendo lordo del 6,08% annuo».

Sul fronte dell'energy puro la domanda bassa non aiuterà ma in Italia potrebbe fare da driver lo sviluppo della banda larga. In questo senso l'attenzione va riservata a Enel, consigliata anche da SocGen (buy) con target price 4,80 euro (total return del 22%) e un dividend yield del 4%, tra i migliori del settore. Per Morgan Stanley, nel mondo delle utility, fuori dall'Italia vanno guardate con attenzione anche la britannica Centrica, che ha un rendimento della cedola del 4,6% nel 2015 e del 5,4% nel 2016, National Grid (5% nel 2015 e 5,2% nel 2016); Veolia (dividend yield al 3,5% e 3,7%). Meno attraenti, invece, altri quattro titoli a causa del calo dei rendimenti. Sono la francese Edf, l'austriaca Verbund, la polacca Pge e l'inglese Severn Trent.

Sul fronte green, Enel GP è tra le favorite e ad accendere i riflettori sul comparto è l'abolizione della Robin Hood Tax (Snam e Terna ma anche le piccole utility tradizionali ne beneficeranno). Mentre il caso Volkswagen aiuterà lo sviluppo di energia pulita.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica