Opa, il viceministro boccia la modifica della legge Conflitto d'interessi: Siniscalco lascia Assogestioni

Alta tensione tra Telecom e il governo italiano. Nei giorni più caldi per il futuro del gruppo di tlc, il viceministro allo Sviluppo economico Antonio Catricalà, alza la voce sulla gestione del gruppo sottolineando che la questione della rete non può essere accantonata e che Telecom «si deve mettere in testa che lo scorporo va attuato, ed è quello che serve all'Italia per la sicurezza della rete e per la concorrenza». La ricetta Catricalà disegna per la rete Telecom «una gestione in mano a un socio vicino al pubblico, con una governance indipendente». In che modo? «Certo non attraverso un esproprio - sottolinea - ma coinvolgendo un'altra società partecipata dalla Cdp».
A dare manforte al viceministro è arrivato ieri anche Franco Bassanini che ha chiarito come «formalmente il negoziato con Telecom sia ancora aperto». Il presidente della Cdp non si è fatto mancare, poi, una stoccata ai protagonisti del settore: «Sulle infrastrutture stiamo accumulando dei ritardi. Società come Telecom, Fastweb e Metroweb sono ormai dominate da una pletora di azionisti interessati al rendimento nel breve termine - afferma Bassanini - e questo rende difficile fare aumenti di capitale e reperire le risorse per investimenti come quelli in fibra ottica».
Poi, Catricalà è tornato sui progetti degli spagnoli, garantendo che il piano di dismissioni «è la preoccupazione minore perché il numero uno di Telefonica, César Alierta, ha confermato al premier Enrico Letta di voler mantenere quantità e qualità dell'occupazione, e aumentare gli investimenti a banda larga». Tranchant il giudizio sulle proposte di modifica della legge sull'Opa: «La riforma è apprezzabile, ma è sbagliata la tempistica perché sembra fatta contro un'azienda europea (Telefonica, ndr)».
Insomma, mentre Domenico Siniscalco si dimette da presidente di Assogestioni «per il potenziale conflitto di interessi» e il gruppo si affida a un collegio di saggi per la scelta del nuovo presidente, sullo sfondo proseguono i mal di pancia dei soci. A farsi sentire ancora è Asati, l'associazione dei piccoli soci, che chiede di «sottoporre l'eventuale vendita degli asset argentini alla prossima assemblea».

Le lotte intestine, però, non accendono il titolo (-1,66% a 0,68 euro) su cui ha pesato ieri anche Moody's: «Gli operatori di tlc in Ue registreranno un quinto anno consecutivo di flessione dei ricavi nel 2014, anche se i margini operativi si stabilizzeranno. Il numero di operatori europei si ridurrà, ma Telefonica, Deutsche Telekom, Orange e Telecom Italia non guideranno il consolidamento».

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