Economia

Openjobmetis cresce e prepara lo shopping

L'ad Rasizza: «Molte le possibili prede per spingere le sinergie». Le aree agroalimentare e assistenza

Laura VerlicchiUn'agenzia per il lavoro a Piazza Affari: il segnale tangibile della rivoluzione che sta attraversando il mondo del lavoro in Italia. «Una scelta positiva conferma Rosario Rasizza, ad di Openjobmetis, la prima società del settore sbarcata, con successo, in Borsa lo scorso dicembre sul listino Star- , che ha raccolto l'interesse degli investitori di tutto il mondo e continua a farlo, come ha dimostrato l'ultima Star Conference. Oggi abbiamo circa il 33% di flottante, composto in larga parte da investitori istituzionali esteri: questo ci dà un respiro internazionale, fondamentale per continuare a crescere. Il confronto con un mercato più maturo, quale è quello estero, ci spinge sempre più sulla strada della specializzazione. L'anno scorso, abbiamo aggiunto due aree specializzate: Family Care, per la sempre più richiesta assistenza domiciliare agli anziani, ed Agroalimentare». Un progetto tutt'altro che anacronistico: «Non pensi solo a persone chine sui campi, a testa bassa: l'agricoltura è microbiologia, è marketing, è tecnologia della conservazione. E tutto questo nel rispetto della più totale legalità: con noi, e lo dico anche in qualità di presidente dell'associazione di settore, Assosomm, per la prima volta a Palazzo Chigi si è aperto un tavolo con Ministero, sindacati e agenzie per il lavoro insieme contro il caporalato», aggiunge Rasizza.I numeri confermano la solidità della sua scelta: il 2015 di Openjobmetis si è chiuso con 432,8 milioni di fatturato (+10,3%) e utile per 4,5 milioni, in crescita del 132,1% . «Un risultato che rispecchia il nostro modello di business, basato sulle acquisizioni - commenta Rasizza - , che permette grandi sinergie e risparmio sui costi. Dalla svolta del 2011, quando Openjob ha acquisito Metis, è sempre stata questa la nostra strada e intendiamo proseguirla. Oggi siamo il quinto player del settore, ma c'è ancora un mondo di società più piccole a cui guardare». Nelle strategie future, resterà cruciale il ruolo del fondo Wise: «È entrato nel 2003 - spiega l'ad Rasizza- e siamo gli unici ad avere un fondo di private equity da così tanto tempo: attualmente Wise è ancora oltre il 30% e non ci risulta un suo disimpegno a breve». Uno sguardo al futuro, dunque: quali sono le previsioni, per la sua società ma ancor più per il mercato del lavoro? «Il nostro è un business legato al Pil, e ne anticipa le variazioni, soprattutto quelle positive. Noi anticipiamo la fiducia dell'imprenditore, che magari ha una commessa in vista e comincia a portarsi a casa una risorsa in più, per qualche mese, sperando poi di stabilizzarla. È vero che il mercato del lavoro è stato dopato dagli incentivi per le assunzioni, di cui oggi si vedono già segnali negativi: meglio sarebbe stato legarli a un reale incremento dei dipendenti.

Per questo, penso che un confronto con le associazioni di categoria su questi temi sarebbe utile, anche per il futuro».

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