All'improvviso tra Madrid e Ponzano Veneto è scoppiata la pace, trasformando quella che doveva essere una guerra a colpi di Opa, pronta ad infiammare il listino spagnolo per la conquista di Abertis, in un accordo tra ex rivali per una redditizia spartizione. Atlantia potrebbe portarsi a casa le attività europee del gruppo iberico (tra cui le autostrade francesi Sanef e l'85% del capitale dell'italiana A4 Holding che gestisce 235 km di autostrade in Veneto), ad esclusione di quelle spagnole (pari al 30% del valore del gruppo) che farebbero capo ad Acs. Sarebbero infine equamente suddivisi gli asset in Sud America che Abertis detiene tra Brasile, Porto Rico, Argentina, Cile e Colombia. D'altro canto, come diceva il vecchio adagio, «tra i due litiganti, il terzo gode» e in effetti, dallo schieramento sul campo dei diversi fronti, gli unici a guadagnarci finora erano stati gli azionisti di Abertis (+35% dallo scorso maggio), mentre sia Atlantia che, ancora di più Acs, erano state penalizzate dal timore di nuovi e maggiori impegni finanziari. La Borsa festeggia: Atlantia ha chiuso la seduta in rialzo del 5% a 27,05 euro, mentre Acs ha chiuso la a 29,3 euro (+7,7%). Insomma, tutti contenti meno Abertis, per cui i segnali di pace stanno spegnendo la speculazione: il titolo infatti ha chiuso la seduta a 18,6 euro in calo del 3,9%.
Nulla è ancora concluso, ma i protagonisti della vicenda hanno confermato di aver avviato le trattative favorite, secondo indiscrezioni, da Criteria Caixa, azionista di riferimento di Abertis con il 22% e da Mediobanca, finanziatore di Atlantia ma con solidi legami anche con i rivali di Acs. «Si tratta di una notizia molto positiva per Atlantia perché vengono meno il rischio di guerre al rialzo di offerte su Abertis e il rischio politico. Ci attendiamo poi che la società abbia una posizione di vantaggio nella negoziazione con Acs grazie alla sua maggiore forza finanziaria», scrivono gli analisti di Equita. In effetti per la società di Ponzano Veneto, dopo i 16,3 miliardi (16,5 euro per azione) messi sul piatto per Abertis lo scorso maggio, gli analisti paventavano un impegno di altri 3 miliardi per controbattere all'offerta concorrente di 18,6 miliardi di Florentino Perez lanciata tramite Acs e la controllata tedesca Hochtief. Su quest'ultima peraltro deve ancora esprimersi la Cnmv, la Consob iberica.
Una volta raggiunto l'accordo di spartizione, le strade percorribili sono diverse compresa quella di un'Opa congiunta. Tecnicamente le due attuali Opa rimangono, comunque, entrambe valide fino a quando non sarà presentata una nuova offerta alternativa. Il percorso ipotizzato da alcune fonti vicine al dossier prevede l'avvio di entrambe le offerte una volta che arriverà il via libera della Cnmv all'Opa targata Acs-Hochtief.
Tuttavia, nel corso dei 30 giorni previsti per il periodo dell'offerta pubblica, al posto dell'attesa guerra di rilanci, si assistererebbe al ritiro di uno dei due contendenti a favore dell'altro. In caso di esito positivo delle trattative si avvierebbe presumibilmente un periodo di comproprietà su Abertis, per poi procedere con lo «spezzatino».
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