Economia

Ora Generali guarda a una preda in Asia

Partita da 200 milioni, ma il Leone non commenta. I pattisti al 14,44%

Ora Generali guarda a una preda in Asia

Si stringe la presa dei pattisti su Generali (giunti al 14,44% del capitale dal 14,19% di una settimana fa) che, a due settimane dalla presentazione del piano industriale, starebbe pensando di rafforzarsi in Thailandia. Lo sostengono fonti di Bloomberg, che il Leone non commenta. In Piazza Affari, il titolo ha chiuso in calo dello 0,3% a 17,73 euro.

L'appuntamento del 15 dicembre è cruciale per l'ad Philippe Donnet, alla guida di Generali da due mandati e fortemente voluto da Mediobanca (che ha il 17,24% dei diritti di voto) a capo della lista del cda. Sarà infatti l'occasione per convincere gli investitori con la nuova strategia e «prenotare» la conferma al vertice.

Da parte loro i pattisti - Leonardo Del Vecchio, Francesco Gaetano Caltagirone e Fondazione Crt - in rotta di collisione con Piazzetta Cuccia, tengono le carte coperte mentre arrotondano i rispettivi pacchetti azionari. Proprio ieri le comunicazioni di Borsa hanno evidenziato che Del Vecchio è salito al 5,88% e Caltagirone al 7,32 per cento. Di certo la liquidità non manca nè al patron di EssilorLuxottica nè all'imprenditore romano. L'obiettivo? Eguagliare probabilmente i diritti di voto detenuti da Mediobanca che può contare sull'appoggio di De Agostini (all'1,32%), che pochi giorni fa ha annunciato l'uscita graduale da Generali, pur impegnandosi a trattenere i diritti di voto fino all'assemblea del 29 aprile.

In questo scenario Generali accelera sul fronte delle acquisizioni; va detto che proprio la strategia di espansione, ritenuta poco coraggiosa, è tra le critiche indirizzate dai pattisti all'attuale gestione. Pochi giorni Generali ha annunciato l'avvio delle trattative in esclusiva con Crédit Agricole Assurances per acquisire la francese La Médicale, specializzata nell'assicurazione dei professionisti della sanità (553 milioni la raccolta premi 2020): si tratta di un'operazione attesa intorno a 400 milioni. A cui si aggiungono appunto le voci rilanciate da Bloomberg, secondo cui Generali si contenderebbe con Liberty la quota di controllo di Syn Mun Kong, gruppo thailandese specializzata nei Danni - fondato nel 1951 e con un utile netto 2020 di 22,5 milioni di dollari - messo in vendita dal principale azionista (la famiglia Dusdeesurapot). Si parla di un accordo da 200 milioni di dollari a cui l'aggiudicante dovrebbe aggiungere altri 100 milioni di risorse per la crescita.

L'Asia e il Sud Est asiatico sono tra le aree strategiche per Generali che in Thailandia ha una presenza sia nel Vita che nel Danni.

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