Ora la "nuova" Fincantieri accelera su crociere e difesa

L'ad Folgiero torna a puntare sul core business e scommette sul green, ma la Borsa teme per il debito

Ora la "nuova" Fincantieri accelera su crociere e difesa

A pochi mesi dal suo insediamento alla guida di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, inizia a disegnare la Fincantieri del futuro dopo il ventennio di Giuseppe Bono: green, rifocalizzata sul core business e aperta a nuove collaborazioni. Licenziando conti semestrali con luci e ombre, il nuovo ad in quota Cdp ha spiegato che il gruppo nei prossimi mesi si concentrerà su due settori principali: quello delle crociere e quello militare. Per quanto riguarda i business minori, come quello delle infrastrutture, l'idea è di rivedere la strategia con alleanze con altri partner.

Tornando ai business core, quello delle crociere sta dando segnali incoraggianti dopo il Covid e le prenotazione 2023 fanno ben sperare. In questo campo, poi, l'azienda punta a cavalcare tutto lo sviluppo green legato alle navi di nuova generazione. Nei giorni scorsi la società ha presentato nel cantiere di Marghera la Norwegian Prima, che inaugura la nuova classe di navi da crociera a basso impatto ambientale realizzate per Norwegian Cruise Line. Per Fincantieri si tratta di un tassello della strategia verso navi sempre più amiche dell'ambiente. Due gli obiettivi, sul fronte della sostenibilità, fissati per il 2030: azzerare le emissioni in porto e dimezzarle, rispetto al 2017 in navigazione. E poi c'è «Zeus»: una nave-laboratorio di 25 metri, mossa da propulsori elettrici alimentati da un impianto a fuel cell e un sistema di batterie capaci di garantire un'autonomia di circa 8 ore di navigazione a zero emissioni.

Guardando al business miliare, ha avuto un nuovo sviluppo dopo il conflitto russo-ucraino e Fincantieri sfrutterà una crescita imposta dall'aumento delle spese militari a livello italiano ed europeo. In questo ambito, inoltre, l'ad ha aperto a nuove collaborazioni con Leonardo. «Puntiamo ha detto Folgiero a una rafforzata collaborazione con Leonardo sul business della difesa, immaginando un modello di prime contractor e un'alleanza internazionale chiave».

Il Copasir, tra l'altro, in una sua recente relazione ha scritto che sono «incentivati gli investimenti nella cooperazione militare ed è auspicabile che i grandi gruppi industriali italiani del settore proseguano il percorso in tal senso, già avviato con un certo successo per quanto riguarda alcune iniziative di Leonardo e dI Fincantieri».

Folgiero ha poi auspicato una rigida disciplina finanziaria dopo la semestrale: i ricavi sono cresciuti a 3,5 miliardi (+16%), ma a fronte di un risultato negativo di 234 milioni a causa di oneri non ricorrenti per 156 milioni e di una «valutazione degli effetti dei maggiori prezzi delle materie prime sui costi a vita intera delle commesse nel settore Shipbuilding». L'ebitda è risultato pari a 90 milioni.

L'attenzione del mercato è pero sul debito, salito a 3,2 miliardi. Nonostante il tema non sia sul tavolo, secondo alcuni analisti potrebbe essere necessario un rafforzamento patrimoniale, a cui dovrebbe far fronte anche Cdp, a cui fa capo oltre il 70% di Fincantieri. Altri analisti non concordano e promuovono la nuova strategia del gruppo. In ogni caso, il titolo è stato oggetto di vendite in Piazza Affari: -10% in cinque giorni. E questo nonostante la società abbia assicurato che «la posizione finanziaria netta, che al 30 giugno è a debito per 3,29 miliardi, entro fine mese scenderà a 2,6 miliardi per effetto della consegna di una nave da crociera a un primario operatore».

La posizione si ridurrà ancora nella seconda metà dell'anno perché il gruppo prevede un piano di consegne di altre quattro navi da crociera. Il debito è coerente con il volume di produzione sviluppato, «da ricondursi principalmente alle dinamiche tipiche del capitale circolante relativo al business cruise», ha detto il big della cantieristica.

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