La febbre da acquisizioni rivitalizza Telecom inPiazza Affari. Ieri il titolo dell'ex-monopolista è arrivato a toccare quota 1,2 euro (+1,3%), che non vedeva dal 2009, in scia alle dichiarazioni del numero uno europeo di Orange, Gervais Pellissier, riportate dal Financial Times. Second o cui il gruppo delle tlc italiano potrebbe essere uno degli obiettivi di Parigi per il suo futuro consolidamento nel Vecchio continente.
Ovvio che tra un'affermazione e il fatto concreto ci sia un abisso. Fatto sta che Pellissier ha detto che Orange potrebbe essere tra i possibili compratori di operatori tlc del Vecchio continente. Una lista che include, oltre a Telecom Italia, anche l'olandese Kpn e la belga Belgacom. Del resto Telecom, dopo la fine della holding Telco, è contendibile e il fronte italiano (Intesa Sanpaolo, Generali e Mediobanca) è in dichiarata uscita.
Il maggior azionista sarà infatti Vivendi con una quota dell'8,3% che potrà essere alzata fino al 15%. I nodi da sciogliere, se andasse in porto una fusione Orange-Telecom, sarebbero tuttavia legati alla rete che, a quel punto, potrebbe essere ceduta. Solo ipotesi certo anche se, secondo gli analisti, il consolidamento del mercato avverrà sicuramente. Lo spiega anche Pellissier. «Nei prossimi cinque anni - ha detto - le società che oggi sono attive in un solo mercato potrebbero essere acquisiti da player più grandi». Pellissier ha aggiunto che «sicuramente uno di questi player nazionali potrebbe essere un obiettivo per noi». Il consolidamento comunque è già in atto in parecchi Paesi europei come la Gran Bretagna, dove i gruppi nella telefonia mobile sono passati da quattro a tre. E anche in Italia presto si dovrebbe avere la fusione tra Wind e «3».
Orange, come Telecom, è un ex-monopolista e ha dovuto fronteggiare un'aspra guerra sui prezzi. Diventata ancora più difficile dal gennaio 2012, quando in Francia è entrato in campo l'operatore low-cost Free. Non è comunque la prima volta che si parla di una fusione tra Orange e Telecom, ventilata anche dall'ad di Orange, Stephane Richard un paio di mesi fa.
Lo stesso Pellissier ha però ammesso che ci sono ostacoli sulla strada del consolidamento del settore in Europa, perché i regolatori non appoggiano pienamente questa visione. «Ufficialmente la posizione di Bruxelles è che il nuovo esecutivo dell'Unione sarà più favorevole al consolidamento, ma non è del tutto vero- ha detto- Io credo che la Commissione europea continui a pensare che quattro operatori sui mercati nazionali siano meglio che tre». In Francia Pellissier non ha dubbi: il consolidamento è inevitabile e l'attuale situazione con quattro operatori «non è sostenibile nel lungo termine».
Sia Bouygues Telecom che Iliad potrebbero finire sul mercato e persino il secondo maggior operatore mobile del Paese, Sfr, potrebbe essere target di acquisizione, perché sta perdendo market share. «Gli unici non in vendita in Francia siamo noi», ha concluso.È la quota di Vivendi in Telecom, maggior socio della società dopo lo scioglimento di Telco
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