Commissioni alle stelle Cosa accade con PagoPa

La società pubblica, tramite le Faq interne al portale, cerca di allontanare le accuse

Commissioni alle stelle Cosa accade con PagoPa

Pagamento di bollette e sanzioni amministrative con l'applicazione di commissioni decisamente consistenti: sono sempre più numerosi gli utenti a restare scottati per aver deciso di eseguire tali operazioni tramite PagoPa, il sistema elettronico nazionale ideato per effettuare i pagamenti a favore della Pubblica Amministrazione.

Una piattaforma che prende nome dall'omonima società pubblica (PagoPa S.p.a.) e che mette a disposizione dei contribuenti uno strumento per saldare debiti o tributi agli enti locali, alle aziende pubbliche, alle Asl, all'Inps, all'Agenzia delle entrate e all'Aci. Unico neo, di cui in tanti si lamentano, le commissioni applicate, già di per sè estranee alle transazioni online, come spiega "Altroconsumo". Secondo il Codice del consumo non è infatti permesso applicare commissioni sui pagamenti elettronici. "Chi compra online un biglietto aereo o fa la spesa sul sito del supermercato non può essere costretto a pagare una commissione per il fatto di aver pagato con carta di credito o altra modalità digitale", si legge sul portale. Stessa norma si dovrebbe applicare per i pagamenti tramite pos o via app effettuati all'interno dei negozi. Il problema è che tale limitazione non è estendibile ai pagamenti alle pubbliche amministrazioni: ecco perché gli intermediari, come banche, poste o applicazioni, hanno la possibilità di applicare delle commissioni, a volte decisamente assurde."Per quanto riguarda pagoPA, la commissione può arrivare a 2,50 euro (Unicredit e IngBank). Una tassa sulla tassa", spiega ancora Altroconsumo.

Secondo una stima effettuata da "Il Messaggero", nel 2021 con PagoPa si potrebbe arrivare alla ragguardevole cifra di 90 milioni di pagamenti. Parlando di commissioni al minimo ipotizzabile (0,90 centesimi cadauna), si potrebbe raggiungere la cifra di 81 milioni di euro di commissioni in un anno solare. Il che, parlando delle rosee aspettative di PagoPa (che punta alle 350 milioni di transazioni entro il 2023), è solo l'inizio della scalata verso cifre ancora più consistenti.

Tutto questo mare di polemiche ha portato la società a difendersi direttamente tramite le Faq. Alla specifica domanda sul perché sembra di pagare più del dovuto utilizzando la piattaforma in questione, si legge infatti tale replica: "Con PagoPa le commissioni, nella peggiore delle ipotesi, rimangono invariate rispetto ai casi in cui PagoPa non è usato. La differenza è che, con PagoPa, le commissioni vengono esposte in modo trasparente al cittadino, che potrà rendersi conto come tendenzialmente i costi si riducono.

Prima dell’introduzione di pagoPA in molti casi era l’Ente Creditore a inglobare i costi di commissione all’interno del tributo o del servizio", specifica ancora la società. "Il costo di commissione, quindi, rimaneva nascosto al cittadino ma comunque presente. Negli altri casi il costo di commissione era esplicito".

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