Metodi da filibustiere. Estrema durezza con i sindacati, considerati «arcaici», e con le cooperative degli allevatori, definite «inutili». Atteggiamenti ribelli e vendicativi. A marzo 2011, in piena scalata alla Parmalat, il quotidiano francese Les Echos tracciava questo ritratto impietoso e feroce sulla gestione della famiglia fondatrice e proprietaria di Lactalis, i Besnier, giunti alla terza generazione con Emmanuel, dopo il fondatore Andrè e il figlio Michel, padre dell'attuale amministratore delegato.Cinque anni dopo l'Opa lanciata dai Besnier sull'azienda di Collecchio, i «filibustieri» francesi devono fare i conti con la ribellione della ciurma dei soci di minoranza. Con un documento inviato il 7 marzo il fondo americano Amber, che di Parmalat possiede circa il 2%, ha denunciato al collegio sindacale ai sensi dell'art. 2408 del codice civile una serie di «fatti censurabili» che hanno causato «ingenti danni» al gruppo di Collecchio «a tutto vantaggio» dell'azionista di controllo francese. Sotto accusa, ci sarebbero gli «svariati milioni» persi con il contratto di gestione della liquidità (il cosiddetto cash pooling) con Lactalis e il prezzo «manifestamente eccessivo» per l'acquisto di Lag avvenuto nel 2012. Per il fondo Usa è inoltre «censurabile» che Lactalis «dal momento della conclusione dell'Opa» nel 2011 «abbia immediatamente iniziato a gestire Parmalat, imponendo il suo controllo su tutti gli atti di gestione e pretendendo di autorizzare ogni spesa che eccedesse la soglia (davvero bassa) di 50mila euro, senza che la soggezione di Parmalat ad altrui direzione e coordinamento fosse stata dichiarata», come previsto dalla legge. La denuncia, trasmessa per conoscenza anche alla Consob, si basa sugli atti del procedimento penale pendente presso la Procura di Parma e allega anche l'informativa redatta dalla Guardia di Finanza il 5 dicembre 2014, oltre alle valutazioni dei consulenti della Procura su Lag. I pm stanno indagando alcuni esponenti ed ex di Parmalat per infedeltà patrimoniale e ostacolo all'attività di vigilanza. Dalla richiesta di archiviazione per alcuni degli indagati, emerge che restano sotto inchiesta sia l'attuale ad di Parmalat, Ivon Guerin, che il consigliere, Antonio Sala, plenipotenziario del colosso alimentare in Italia.Che la tempesta fosse nell'aria lo si era capito nelle ultime settimane con una escalation di dimissioni: prima ci sono stati gli addii dei consiglieri indipendenti Laura Gualtieri e Paolo Lazzati, poi mercoledì scorso (quindi dopo l'invio del documento di Amber) quello del presidente del collegio sindacale Michele Rutigliano. Il giorno seguente si sono dimessi anche tre consiglieri espressione dell'azionista di controllo, tra cui Sala e Guerin, provocando così la decadenza dell'intero board che dovrà dunque essere rinnovato in occasione dell'assemblea del 29 aprile. Motivazione: il «continuo riproporsi di contrapposizioni» all'interno del cda».
Per stringere ancora più la presa sul gruppo alimentare, i francesi hanno aumentato la loro quota di controllo (detenuta attraverso la holding Sofil) dall'85,75% all'86,96 per cento. Basterà per riportare all'ordine le minoranze?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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