Parmalat, Lactalis blocca l'azione di responsabilità

All'assemblea vota «no» il 94% dei presenti, pesano i francesi. Ma Amber: «Andremo avanti»

Parmalat, Lactalis blocca l'azione di responsabilità

Nell'annoso scontro in casa Parmalat tra Lactalis, socio di maggioranza, e i fondi di minoranza, i francesi portano a casa un round. Questa volta Davide non ha battuto Golia e l'azione di responsabilità contro i manager dell'azienda stessa è decaduta. L'assemblea ha infatti respinto l'attacco del fondo azionista Amber nei confronti dell'ex ad Yvon Guerin e di alcuni consiglieri in carica nel 2011-2012 (Antonio Sala, Marco Reboa, Daniel Jouen, Francesco Gatti).

Sul banco degli imputati le minoranze hanno portato una precisa accusa, rimproverando al gruppo francese di aver spogliato la cassa di Parmalat, tramite il suo accentramento in Lactalis. In gergo tecnico «cash pooling». Ai 5 consiglieri veniva imputato di aver così danneggiato Parmalat mentre Lactalis, che all'epoca si era indebitata per 4 miliardi per scalare proprio l'azienda di Collecchio, aveva avuto a disposizione nuova liquidità. A dire «no» alla proposta è stato il 94,43% del capitale in assemblea (il 90,26% del capitale complessivo) mentre a favore si è espresso il 5,56% del capitale presente (il 5,32% del totale). D'altra parte, i numeri non c'erano, Lactalis ha in mano l'89% delle azioni mentre le minoranze, oltre ad Amber con il 3,8%, anche Banca d'Italia e il fondo americano Gamco di Mario Gabelli, si fermano al 10%. Percentuale che è bastata, un mese fa, ad evitare il delisting, ma non ieri in assise dove i francesi hanno vinto.

L'assemblea - tenutasi ieri a Milano all'Hotel Melià, ex fabbrica di panettoni Motta - è stata infuocata. Di «gravi irregolarità e scarsa trasparenza nelle operazioni tra Lactalis e Parmalat» ha parlato Joy Gardner, rappresentante dei fondi Gamco (Gabelli). Garnerd ha criticato la decisione del cda di riesaminare le conclusioni del collegio sindacale di Parmalat, che aveva individuato un danno dal cash pooling. Sotto accusa anche l'operazione di acquisto di Lag. «Tutte le autorità indipendenti che hanno analizzato la transazione hanno accertato che sono state commesse gravi irregolarità e che alcuni esponenti di Parmalat hanno fatto pressioni per incrementarne la valutazione e far pagare a Parmalat un prezzo maggiore», ha detto Arturo Albano di Amber.

«Il Tribunale di Parma ha detto che l'acquisizione di Lag non ha prodotto alcun danno«, ha replicato il rappresentante di Sofil, Francesco Gatti. La partita Lag non finisce qui: nei giorni scorsi, la Procura di Roma ha richiesto il rinvio a giudizio per il vecchio cda Parmalat, oltre all'attuale presidente Gabriella Chersicla.

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