Parmalat, Lactalis si gioca tutto

Si aprono due settimane cruciali per Parmalat. Tra scelte strategiche ed esiti giudiziari, settembre sarà il mese verità per i francesi di Lactalis, da due anni alla guida di Collecchio, ma da mesi alle prese con gli attacchi delle minoranze e della magistratura, in particolare per l'operazione di acquisto dell'americana Lag. Il primo appuntamento è atteso per oggi quando il cda di Parmalat si riunirà per esaminare un dossier industriale: l'acquisto della brasiliana Lacteos. La società licenzataria del marchio Parmalat in terra carioca ha 300 milioni di debiti e si trova in difficoltà finanziaria. Tanto che, a fine agosto, l'adunanza dei creditori aveva deciso di attendere fino al 30 settembre prima di prendere qualsiasi decisione riguardo al recupero dei crediti in vista di una possibile offerta italiana. Cosa accadrà dunque? A fine luglio, quando Lactalis ha rilevato la società di formaggi Balkis, l'ad di Parmalat Yvon Guérin non aveva nascosto le su mire: «Il Brasile è un Paese emergente e in America Latina abbiamo delle priorità di crescita». Insomma, a meno di colpi di scena, oggi il cda dovrebbe dare il via libera all'operazione forte anche di una disponibilità di cassa di 877 milioni. Secondo la stampa brasiliana l'operazione varrebbe circa 300 milioni (enterprise value), ma dipende dalla quota di capitale che sarà rilevata. E se il mercato vede di buon occhio il deal, non tutti gli analisti sono altrettanto fiduciosi: «C'è il rischio per Parmalat di essere coinvolta in un acquisto discutibile», spiegano gli esperti di Kepler Cheuvreux, spalleggiati da Banca Akros secondo cui «l'impegno finanziario per la ristrutturazione della società brasiliana potrebbe essere significativo, soprattutto se non condiviso con Lactalis». Lacteos non è comunque una novità a Parma. Già nel 2011, Collecchio avrebbe voluto lanciare un'offerta, ma fu fermata dall'Opa di Lactalis, che nel 2012, con una discussa operazione infragruppo gli conferì le proprie controllate Usa.
Ed è proprio su questo tema che si giocherà il secondo appuntamento chiave. Il 25 settembre, la procura di Parma dirà la sua sull'operazione con cui Lactalis ha acquistato (attraverso Parmalat e la sua cassa) Lactalis American Group (Lag). Secondo il commissario Angelo Manaresi, mandato a Parma per indagare sulla vicenda, l'operazione non valeva più di 623,15 milioni di dollari, ovvero 150 milioni in meno rispetto al prezzo pagato. Nella relazione depositata al Tribunale di Parma, Manaresi sottolinea che, essendo Parmalat una società quotata, l'operazione ha danneggiato i piccoli azionisti, e la credibilità del mercato. Le conclusioni, insieme a quelle delle parti depositate a luglio, saranno discusse in udienza. L'esito potrebbe essere da un lato all'annullamento del contratto di acquisto di Lag (anche se il commissario non ne fa menzione), dall'altro lo scioglimento del cda di Collecchio .


Sul gruppo, da settimane, aleggiano anche indiscrezioni (smentite) sul lancio di un'Opa residuale da parte dell'azionista di maggioranza Lactalis e sul conseguente possibile delisting. Al momento si tratterebbe di speculazioni anche se insospettiscono gli ultimi acquisti di azioni Parmalat da parte di Sofil, la holding attraversi cui la famiglia Besnier controlla Lactalis.

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