Nove trimestri consecutivi. È questo, forse, il dato che fotografa meglio il trend positivo dell'industria italiana del risparmio gestito. Un settore che a marzo ha registrato una raccolta netta attiva per 23 miliardi di euro, portando il totale da inizio anno a 52 miliardi. In virtù di questo nuovo eccellente risultato mensile, e della buona intonazione dei mercati, il patrimonio complessivo vola per la prima volta oltre i 1.700 miliardi, per l'esattezza fino a 1.717 miliardi (il 23,4% in più rispetto a 12 mesi fa). Grandi protagonisti anche a marzo i fondi e le Sicav che hanno calamitato 15,5 miliardi di nuove adesioni: nei primi tre mesi del 2015 i flussi netti confluiti sui fondi aperti ha totalizzato quota 36 miliardi. Un trend che contribuisce a ridurre la forbice tra le gestioni collettive, i fondi comuni per l'appunto, a cui a fine marzo faceva capo un patrimonio di 805 miliardi (46,9% sul totale), e le gestioni di portafoglio, cioè l'insieme delle gestioni retail e quelle istituzionali, che invece raggiungevano 913 miliardi (53,1%). Osservando più da vicino i fondi aperti, nel mese ancora una volta le preferenze sono andate ai prodotti flessibili (6,9 miliardi di raccolta netta), che hanno preceduto gli obbligazionari (4,5), gli azionari (2,2), e i bilanciati (2): prosegue il trend negativo invece dei monetari (-158 milioni), penalizzati dai tassi dei titoli di Stato a breve termine. Per quanto riguarda le quote dei patrimoni in gestione, gli obbligazionari, con un 44% di market share, restano saldamente in testa, seguiti dai flessibili (23%), dagli azionari (21,7%), dai bilanciati (6,9%) e dai monetari (3,5%).
Infine uno sguardo al duello tra i fondi di diritto italiano e quelli esteri: questi ultimi stravincono con 11,6 miliardi di raccolta netta mensile (25,9 fra gennaio e marzo), contro i 3,9 miliardi dei prodotti made in Italy (10,2 miliardi da inizio 2015).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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