Patuelli espelle i condannati dal vertice Abi

Antonio Patuelli prova a rimarginare le ferite lasciate nell'immagine dell'Abi, e del settore bancario italiano nel suo complesso, dalla maxi-truffa coordinata da Giovanni Berneschi intorno a Carige e dal caso dell'ex presidente dell'associazione e di Mps, Giuseppe Mussari. L'intervento, approvato all'unanimità dal comitato esecutivo di Palazzo Altieri, ne modifica lo statuto. Decretando l'allontamento automatico dall'associazione dei banchieri che dovessero finire in gattabuia: scatterà l'«immediata sospensione» da ogni incarico. Cambia inoltre l'articolo 4 della «Carta» dell'Abi, per assegnare al comitato di presidenza la potestà di sospendere «in via preventiva» i consiglieri esecutivi per «casi gravissimi»: sarà necessaria la maggioranza assoluta (nell'organo siedono Patuelli e i suoi 5 vice).

Evidente l'obiettivo di non ripetere la figuraccia rimediata nei giorni immeditamente successivi all'arresto del vice presidente Berneschi che non rassegnò le dimissioni dall'Abi, costringendo Patuelli e Carige a estrometterlo con la forza, mentre la banca ligure veniva travolta da una truffa fatta di compravendite immobiliari gonfiate, guadagni illeciti e denaro portato in Svizzera con gli spalloni.

Malgrado fosse in carcere, Berneschi aveva potuto restare incollato all'associazione perché ancora in forze a una controllata di Carige. Da ora in poi l'Abi ammetterà quindi nel proprio esecutivo «solo i vertici delle capogruppo» degli istituti associati. Cancellata inoltre la cosiddetta «norma Mussari»: i candidati che perdono il requisito di «elevati» ruoli in banca non potranno essere rieletti per un secondo mandato alla presidenza.

La lobby di Palazzo Altieri vuole fare in fretta: la nuova governance passerà in cda e già il 19-20 novembre al definitivo vaglio dell'assemblea delle banche iscritte, convocate in apposita sessione straordinaria.

A premere, oltre al danno d'immagine, è la battaglia in corso con i sindacati da cui uscirà il nuovo contratto nazionale del settore e quindi lo «stampo» delle banche del futuro: le parti sociali incontreranno il neo presidente del Casl, Alessandro Profumo, oggi a Roma e poi mercoledì 24 settembre. Le posizioni restano molto distanti, ormai al limite della rottura, e nessuno vuole concedere ai sindacati un'arma di pressione in più oltre agli scioperi.

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