In pensione 5 anni prima. Chi può usare il maxi-scivolo

Scivolo pensionistico di 5 anni per i lavoratori dipendenti delle medie aziende che usufruiscono del contratto di espansione: ecco di cosa si tratta

In pensione 5 anni prima. Chi può usare il maxi-scivolo

Come ci siamo recentemente occupati sul Giornale.it, le piccole aziende con almeno 50 dipendenti, possono attivare il "contratto di espansione" e offrire al loro dipendente l'uscita dal mondo del lavoro con soli 62 anni di età almeno 20 di contributi. Pensione anticipata, quindi, seguendo alcuni criteri.

Come funziona

Il contratto di espansione altro non è che "uno strumento per incentivare il ricambio generazionale nelle aziende e la riqualificazione del personale", come si legge su Pensionioggi. Questo strumento potrà essere utilizzato anche per i prossimi due anni, il 2022 e il 2023, dalle aziende di qualsiasi settore che abbiano almeno 50 dipendenti come previsto dal disegno legge sulle materie in ambito di welfare. Originariamente, la misura era stata pensata soltanto per le aziende più grandi con un minimo di 100 dipendenti.

Come detto, questo strumento consente il cambio generazionale: via i più anziani e largo ai giovani potrebbe essere una sorta di slogan ma non è tutto. Oltre a riqualificare il personale, è prevista una cassa integrazione straordinaria per un periodo di massimo 18 mesi anche se non saranno continuativi oppure si può risolvere con la "risoluzione anticipata del rapporto di lavoro per il personale a cinque anni dal raggiungimento della pensione". Se a prevalere sarà quest'ultima ipotesi, il lavoratore avrà un'indennizzo mensile dall'Inps uguale a quello che sarebbe l'importo pensionistico al momento della fine del rapporto di lavoro fino a raggiungere la pensione di vecchiaia (67 anni) o la pensione anticipata con 42 anni di lavoro e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne).

Cosa cambia dal 2022

Entrando nel dettaglio, possono richiederla i lavoratori che raggiungeranno i requisiti per la pensione di vecchiaia nel 2022 (a 67 anni), chi avrà maturato il requisito minimo contributivo (come detto, almeno 20 anni) e chi si trova a non più di cinque anni dal raggiungimento da quella anticipata. Quindi, si rivolge a chi ha compiuto 62 anni ed ha almeno 20 anni di contributi (pensione di vecchiaia) e chi ha "almeno 36 anni e 10 mesi di contributi (se uomini) ovvero 35 anni e 10 mesi (se donne), a prescindere dall'età (pensione anticipata)", come riporta ItaliaOggi.

Se dovesse prevalere il diritto alla pensione anticipata, il datore di lavoro dovrà versare i contributi per conseguire quel diritto ad esclusione "del periodo già coperto dalla contribuzione figurativa a seguito della risoluzione del rapporto di lavoro", secondo quanto scritto sul

regolamento. E poi, nel calcolo dei cinque anni, chi decide di andare via prima dovrà calcolare la finestra di tre mesi: a quel punto scatta "Quota 102", con pensione anticipata a 64 anni d'età con almeno 38 di contributi.

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