Chi oggi ha 35 anni sa già, leggendo i giornali e informandosi sul web, che la pensione è davvero un miraggio. Chi oggi lavora in futuro avrà un assegno esiguo e di certo di gran lunga inferiore all'attuale busta paga. Cosa fare dunque per ottenere un assegno vantaggioso tra qualche anno? Prova a dare una risposta Giuseppe Romano, direttore ufficio studi Consultique in un'intervista a La Stampa: "Al montante (i contributi versati durante l’intera nostra vita lavorativa, incrementati dalle rivalutazione) verrà applicato un coefficiente (circa il 6%) che è deciso in base all’età in cui andiamo in pensione (più tardi ci ritiriamo dal mondo del lavoro e più alto è questo coefficiente). Moltiplicando il montante per il nostro coefficiente, si ottiene l’ammontare della pensione lorda annua che riceveremo (e che verrà divista poi per 13 mensilità perché c’è anche la tredicesima).
Vuol dire, fatti due conti grossolani, che per arrivare a una pensione di 18mila euro lordi annui, occorre raggiungere un montante di almeno 300mila euro". La seconda cosa fare è accedere ad un fondo pensione. "Vengono generalmente promossi da sindacati e associazioni professionali e di solito sono, per le categorie di lavoratori in cui essi sono presenti, uno strumento efficiente – dice Giuseppe Romano – Il vantaggio sta nei bassi costi, per l’integrazione previdenziale a cui si aggiunge il beneficio del differimento di imposta". La cifra da stornare mensilmente sul fondo potrebbe aggirarsi ad esempio intorno ai 50 euro. Fatti due calcoli, come sottolinea LaStampa, il risultato basterà a mala pena per l’acquisto di un’auto. Occhio a spese e commissioni poi che si mangiano una buona fetta delle rivalutazioni. Poi ci sono le polizze: "Quelle pip rappresentano, ad oggi, il modo meno efficiente e quindi più costoso per iniziare a risolvere l’esigenza di un’adeguata integrazione della rendita pubblica – dice Romano -.
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