Una ulteriore novità potrebbe irrompere nel ginepraio delle leggi sulle pensioni. Un cambiamento che riguarda i lavoratori non lontani dal riposo (ma non solo) che hanno passato parte della loro gioventù studiando sui libri dell'Università. Fino ad oggi il riscatto della laurea non era pane per tutti i denti. Ma ora tutto potrebbe cambiare.
L'idea infatti è quella di trasformare il riscatto della laurea in qualcosa di "flessibile". In sostanza secondo quanto scrive il Corriere, invece di pagare tutto si può decidere la somma totale da versare all'Inps. Anche oggi esiste il riscatto parziale (si versa solo per alcuni degli anni di laurea), ma ora il vantaggio è che pagando meno si recuperano comunque tutti e cinque (o quattro) gli anni di studi. A variare però sarebbe l'assegno finale (che sarebbe ovviamente inferiore).
La rivoluzione secondo il quotidiano di via Solferino dovrebbe arrivare insieme alle nuove regole per quota 100. In che modo? Intanto guardiamo le persone cui potrebbe essere diretta: la riforma riguarda solo chi ha iniziato a versare contributi all'Inps dopo il gennaio del 1996, dunque la platea si riduce e non poco rispetto alle speranze.
Facciamo un esempio. Una donna di 40 anni con 11 anni di lavoro e 36mila euro lordi di reddito per riscattare gli studi ad oggi dovrebbe sborsare qualcosa come 65mila euro.
Da domani, se verrà veramente applicata questa riforma, allora potrebbe pagare appena 10mila euro ottenendo lo stesso risultato in termini di anni riscattati. Il suo assegno però sarebbe inferiore perché il montante contributivo totale sarenne minore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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