L’Inps ha ufficializzato i valori sulla rivalutazione definitiva delle pensioni erogate nel 2019, oltre a quelli inerenti la rivalutazione sulle prestazioni assistenziali e di accompagnamento del 2020.
Come ha sottolineato Il Sole 24 Ore, la circolare esplicativa 147/2019, che ha di fatto affiancato il decreto del ministero dell’Economia e del Lavoro emesso lo scorso 15 dicembre, adotta un indice di valutazione pari allo 0,4%. Il totale adeguamento all’inflazione è previsto solo per quelle pensioni il cui importo ammonta fino a tre volte il minimo del 2019. Quest’ultimo valore, a partire dal prossimo gennaio, passerà da 513,01 euro lordi a 516,07 euro.
I mini-aumenti
Siamo di fronte a dei veri e propri “mini-aumenti”, visto e considerato che l’incremento dello 0,4% andrà in porto solo per le pensioni fino a 1.539,03 euro lordi mensili. Mano a mano che il valore dell’importo aumenta, l’adeguamento si andrà riducendo fino a dimezzarsi. Bisogna ricordare che la citata circolar dell’Inps non prende in considerazione le novità sul meccanismo di rivalutazione contenute nella legge di bilancio 2020.
In ogni caso, come anticipato, il ritocco è davvero irrisorio. L’anno prossimo dovrebbe scattare un adeguamento al 100% dell’inflazione anziché l’attuale 97%. In base a questo, le pensioni aumenteranno dello 0,400% e non dello 0,388%. I beneficiari difficilmente si accorgeranno del “regalo” proveniente dall’alto.
Come sottolinea il portale quifinanza.it, oltre al 100% della rivalutazione per i trattamenti pensionistici dal valore pari o inferiore a tre volte il minimo del 2020 avremo a che fare con il 97% della rivalutazione (ovvero lo 0,36%) per le pensioni “dal valore pari o inferiore a quattro volte il minimo del 2020”. Il 77% (0,308%) per quelli pari o inferiore a cinque volte, il 52% (0,188%) per sei volte, il 47% (0,188%) per otto volte, il 45% (0,18%) per nove volte è il 40% (0,16%) per nove.
Gli importi soglia delle pensioni d’oro
Sono stati aggiornati anche gli importi soglia sulle cosiddette pensioni d’oro. Considerando l’articolo 1 comma 261 della legge 145/2018, da un anno a questa parte è prevista una decurtazione progressiva per i trattamenti, “con almeno una quota calcolata tramite il sistema retributivo, e superiori a 100mila euro che nel 2020 diventano 100.160,00 euro”.
Per fare un esempio concreto, in base a quanto detto, nella forbice compresa tra i 100.160,00 euro e i 130.208,00 ci sarà un taglio del 15%. Per i valori superiori ai 130.
208,00 ma inferiori a 200.320,00 la percentuale sale al 25%. Da 200.320,00 a 350.560,00 si passa al 30%. Da qui fino a 500.800,00 euro passiamo al 35%, mentre per tutte le altre fasce superiori scatterà un taglio pari al 40%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.