Gli assegni delle pensioni per il 2020 sono un vero e proprio rebus. E il motivo è presto detto: in questo momento sono in vigore le regole sulle rivalutazioni volute dall'ultimo governo gialloverde. Questo tipo di rivalutazione sugli assegni di fatto è strutturato in questo modo: per le pensioni superiori a 3 volte il minimo e inferiori a 4 la rivalutazione sarà del 97%, del 77% per gli importi tra 4 e 5 volte il minimo, del 52% tra 5 volte e 6 volte il minimo, del 47% oltre 6 volte, del 45 oltre 8 volte e solo del 40% oltre 9 volte il minimo. Ma in questi giorni di frenetiche trattative sulla legge di Bilancio il quadro potrebbe cambiare con un ritocco lieve sugli assegni fino a quattro volte il minimo che da una rivalutazione al 97% passerebbero ad un assegno rivalutato al 100%. Tutto ciò porterebbe un cambiamento minimo sul rateo pagato nei mesi del 2020, ma anche su questo punto potrebbe esserci un aspetto di cui va tenuto conto. L'Inps, come già accaduto lo scorso anno, non avrà il tempo di recepire in modo diretto e già dall'1 gennaio del 2020 le impostazioni della manovra e dunque gli assegni verranno erogati con il "tariffario" previsto dalla manovra del 2019.
Nel corso dell'anno poi potrebbe scattare una sorta di conguaglio con l'adeguamento degli assegni fino a quattro volte il minimo. Ma i ratei dovranno anche tenere conto della rivalutazione automatica che si basa sul costo della vita fissata per il 2020 sul 2019 allo 0,4 per cento. Il tutto porterà ad un aumento di soli due euro sulle pensioni minime che passeranno da 513,01 euro a 515,07 euro. L'adeguamento degli assegni cda 3 a 4 volte il minimo farà scattare gli aumenti sugli assegni compresi tra 1.593 euro lordi(1.458 euro netti) e 2.052 euro lordi (1.650 netti). Gli adeguamenti riguarderanno anche le pensioni d'oro che sono sottoposte già ad un contributo di solidarietà per la parte eccedente i 100mila euro. Di fatto nel 2020 chi percepisce un assegno tra i 101,160 euro fino ai 130.208 euro lasceranno per strada il 15% della parte eccedente la fascia. Il 25% invece verrà scippato dalle tasche dei pensionati dalla parte eccedente per la fascia che va dai 130.208 euro fino a 200.320 euro. I tagli poi salgono al 30% e fino al 40% per gli importi che superano i 500.800 euro all'anno.
Insomma bisognerà attendere probabilmente marzo o aprile per capire in modo esatto quali saranno i nuovi importi previdenziali. Il rateo sarà deciso dalla nuova legge di Bilancio e dalle tempistiche dell'istituto di previdenza sociale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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