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«Più filiali e niente nozze per Popolare di Sondrio»

La Banca Popolare di Sondrio «non ha alcuna intenzione di sposarsi» e, al contrario delle concorrenti che stanno razionalizzando la rete (si stima che la multicanalità cancellerà altri 1.500 sportelli in Italia), «quest'anno inaugurerà una decina di filiali, aumentando l'occupazione». L'amministratore delegato Mario Alberto Pedranzini premette al Giornale che si tratterà di «innesti mirati» per accrescere la penetrazione nelle aree dove la banca già opera con le sue 342 «dipendenze» (Milano, Roma, Brescia, Verbania, Pavia, Alba) ed espandersi sulla costa ligure.
Quello che più conta è, tuttavia, la strategia controcorrente seguita dalla Popolare di Sondrio, che non fa shopping e in passato è stata alla larga anche dalle gare che hanno redistribuito gli sportelli giudicati in eccesso dai big del settore. «Guardiamo con molta attenzione alla tecnologia, ma la nostra esperienza dimostra che gli italiani vogliono recarsi in filiale per le operazioni più delicate», prosegue il banchiere che, questa mattina, accanto al presidente Piero Melazzini, accoglierà i soci in assemblea presso il centro polifunzionale di Bormio per approvare il bilancio (53 milioni l'utile netto, +54,59%) e l'annunciato aumento di capitale da 350 milioni: circa 4mila le presenze attese, anche grazie alla trentina di torpedoni messi a disposizione.
L'iniezione di mezzi freschi concorrererà «ad assicurare alla nostra banca la forza necessaria per superare il check up patrimoniale europeo», sottolinea Pedranzini, ricordando che l'istituto ha intanto deciso di restituire alla Bce 500 milioni di prestiti a basso costo (Ltro) in anticipo rispetto alla scadenza naturale del 2015. «Il primo trimestre - sottolinea il capo azienda - è andato molto bene in termini di raccolta e questa tendenza si è ulteriormente accentuata in aprile, a riprova di come Bps continui a essere vissuta come un porto sicuro dai suoi correntisti»: Popolare di Sondrio a dicembre 2013 contava 182mila soci, 4mila in più del 2012, cui andrà un dividendo lordo di 0,05 euro per azione.

La crisi continua invece a mordere i prestiti a famiglie e imprese, dove Popolare Sondrio «ha difficoltà a erogare, malgrado la sua buona volontà», conclude Pedranzini. A dicembre le sofferenze nette si attestavano a 461 milioni (+58%), su impieghi per 23,9 miliardi (-5,5%).

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