Economia

Il piano segreto dei giallorossi: così vogliono tassarci di più

La maggioranza lavora a una maxi riforma del sistema tributario: "Chi ha di più deve dare di più". Pronta l'anti-flat tax

Il piano segreto dei giallorossi: così vogliono tassarci di più

L’obiettivo nascosto ha un nome e cognome: tassa patrimoniale. Ma è un indirizzo velato da un senso di prudenza. Forse di imbarazzo. Così il governo dei giallorossi, il Conte bis, è pronto a varare una maxi riforma della tassazione. C’è già chi la chiama l’anti flat tax, quella tassa tanto bramata dal centrodestra, che fa inorridire, per contro la sinistra. Si tratta di una riforma che ha come cardine il valore della progressività. Ma che tradotto suona pressoché così: altre tasse. Il concetto di progressività, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, lo ha ripetuto spesso. "È in sintonia con quanto prevede la Costituzione", ha più volte ripetuto. "Chi guadagna di più, deve dare di più", è in sostanza il ragionamento che si fa nel governo e soprattutto in via xx Settembre.

Tra i mille bersagli immaginati del governo per la ricostruzione c’è anche il ridisegno complessivo del sistema fiscale. Una nuova mappatura della centralina tributaria. Agli inizi di febbraio, quando la pandemia era appena cominciata e i più credevano che fosse un problema solo cinese, i motori della riforma erano già stati accesi. "Serve una revisione organica del nostro ordinamento fiscale e tributario", affermava il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Gualtieri aveva messo in piedi un tavolo di lavoro. Tutti: parti sociali, economisti e politici avevano dimostrato l’idea di andare avanti.

Oggi, quel viaggio, sembra avere la possibilità di poter ripartire. I parlamentari della maggioranza sono a lavoro. Pronti a ritirare fuori dal cassetto le proposte avanzate nei mesi scorsi, come riporta Affari&Finanza. Il Movimento 5 Stelle è saldo sulla proposta di ridurre da cinque a tre gli scaglioni e le relative aliquote. I dem vanno sulla strada di Berlino per trovare il piglio giusto: adottare il modello tedesco. Cancellare aliquote, scaglioni e sostituirli con un algoritmo che attribuisca a ciascun contribuente la sua aliquota sulla base di quanto guadagna. Un sistema che, secondo i dem, manterrebbe la progressività ed eviterebbe molte complicazioni. Anche Matteo Renzi è pronto a cavalcare l’onda. È al lavoro. La proposta di Italia Viva? Riduzione a tre aliquote e un minimo esente di 24mila euro per una famiglia di quattro persone. Per dare ossigeno alle famiglie.

C’è chi parla di una rimodulazione, qualcosa che alla fine dei conti favorisca una riduzione delle tasse. Una tesi, questa, che non convince il centrodestra. Infatti la Flat Tax andrebbe ad abattarere e di parecchio la progressività che tanto piace a sinistra. Intanto nel tanto agognato decreto "Rilancio", approvato la settimana scorsa, l’idea della Confindustria e dei renziani di tagliare l’Irap ha avuto la meglio. Si tratta, per molti, di un tranello. Questa tassa, mai amata dal mondo produttivo, potrebbe tornare già tra qualche mese.

Il problema resta: la tassazione nel Belpaese è troppo alta. Una condizione che rischia di far morire annegate le imprese in questa marea di cavilli e tributi. L’Italia, secondo l’Ocse, è al settimo posto per peso delle tasse sul Pil con un tasso di circa il 42%. Questo valore, già negativo, è l’espressione di un male più complesso fatto di burocrazia, detrazioni e deduzioni, bonus e balzelli vari. Per molti istituti la tassazione reale per le aziende sale fino al 60% e oltre. Questo i giallorossi lo sanno. Ora il premier Giuseppe Conte e i suoi alfieri, tra cui il già citato Roberto Gualtieri, cercano la svolta. La fotografia è quella di una barca in difficoltà nella tempesta. Una situazione precaria. Si naviga a vista.

Altre tasse potrebbero definitivamente far colare a picco il vascello Italia.

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