I mercati finanziari aprono oggi con il fiato sospeso e le antenne rivolte a Bruxelles, dove sembra arrivato il D-Day per la sorte della Grecia. E quindi anche quella dell'euro. Anche se non si può escludere l'ennesimo passaggio interlocutorio, visto che per rimborsare 1,6 miliardi al Fmi c'è tempo fino al 30 giugno, mentre la scadenza ancora più tassativa è quella del 20 luglio, quando Atene deve rimborsare 3,5 miliardi alla Bce. L'accordo mira a liberare prestiti a favore della Grecia, a suo tempo concordati per 7,2 miliardi.
Ieri sera si sapeva che l'Eurogruppo straordinario sulla Grecia, previsto per oggi, è stato anticipato dalle 15 alle 12, prima dell'Eurosummit in agenda alle 19. Il primo ministro greco Alexis Tsipras vedrà il presidente del Fmi, Christine Lagarde, quello della Bce, Mario Draghi, quello dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem e il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Junker.
Tsipras si presenta a Bruxelles dopo che ieri, in seguito a un consiglio dei ministri tenuto in mattinata, ha avuto una conference call con la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande e Juncker per informarli della nuova e «definitiva» proposta di Atene. Così l'ha definita Tsipras: una «soluzione definitiva» alla crisi che non si limita a «rinviare il problema». La proposta greca punta a «un accordo che porta benefici a tutte le parti». Queste le premesse.
Secondo le indiscrezioni, tale proposta contiene novità fiscali e previdenziali, oltre che nei parametri deficit/Pil. Atene sarebbe pronta ad alzare le tasse e ad adottare misure fiscali permanenti pari al 2% del Pil. I creditori chiedevano misure pari al 2,5%. Il piano, poi, manterrebbe i tre tipi di Iva proposti già precedentemente dall'esecutivo (cioè una al 6,5%, una al 13 % una al 23%) contro la riduzione a due tipi richiesta dalle istituzioni. In cambio del mantenimento dei tre tipi di imposta sul valore aggiunto, però, Atene sarebbe disposta ad aumentare le imposte su alcuni alimenti e sugli hotel, per aumentare le entrate.
Per quanto riguarda le pensioni, che insieme all'Iva sono una delle questioni oggetto di maggior disaccordo, il governo Tsipras sarebbe disponibile ad abolire i prepensionamenti a partire dal 2016, con un risparmio di circa 200 milioni. Secondo l'emittente Mega , inoltre, Atene studierebbe una riduzione delle pensioni complementari più elevate di alcuni funzionari, che però sarebbero solo 80mila, con pochi benefici. Dal canto suo, come noto, il «gruppo di Bruxelles» chiede un taglio delle pensioni che porti nelle casse dello Stato entrate per 1,8 miliardi, cioè almeno l'1% del Pil nel 2016. Tra le altre novità del piano Tsipras, il governo sarebbe disposto a mantenere la dibattuta imposta sulle proprietà immobiliari, nota come Enfia, che si era invece impegnato a eliminare quest'anno.
In ogni caso l'esecutivo ellenico continua a chiedere ai creditori una ristrutturazione del debito. Ma a differenza del piano di giugno, Atene sarebbe ora pronta a raggiungere per il 2015 l'obiettivo di un avanzo primario dell'1% sul Pil e di centrare il target di un avanzo del 3,5% per il 2018 come chiedono i creditori. Sempre secondo indiscrezioni Atene dovrebbe raggiungere il 2% nel 2016 e il 3% nel 2017.
Sono i miliardi di euro che Atene deve restituire alla Banca Centrale Europea entro il 20 luglio
È la quota di spesa pubblica greca che finisce nel pagamento delle pensioni, che pesano il 16% del Pil
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.