Piazza Affari promuove il gruppo: +2,6% Attesi 5,4 miliardi di utili e più dividendi

Nasce «Enel X», per domotica ed e-Mobility. Costi giù per 1,2 miliardi

Piazza Affari promuove il gruppo: +2,6% Attesi 5,4 miliardi di utili e più dividendi

Enel ridisegna il proprio business spostando l'orizzonte al 2020, dal 2019 del precedente piano, e puntando 24,6 miliardi di euro principalmente sullo sviluppo dei nuovi capisaldi del gruppo: rinnovabili, digitalizzazione e banda larga. Incontrando la comunità finanziaria ieri a Londra, l'ad Francesco Starace ha dunque aggiunto nuovi capitoli al processo di diversificazione iniziato un paio di anni fa con la virata verso il mondo green per tenere testa alla contrazione dei margini nell'attività di generazione tradizionale. In particolare, dal 2018, la divisione e-Solutions guidata da Francesco Venturini opererà sul mercato con il nuovo marchio «Enel X», che punterà su quattro direttrici: e-Industry; e-Mobility; e-Home ed e-City. E-Solutions investirà, quindi, in vari ambiti, dalla domotica, alle colonnine di ricarica per l'auto elettrica, fino all'illuminazione pubblica e la fibra. Di pari passo continuerà, e sarà accelerato, il piano per la sostituzione dei contatori, con investimenti per 4,7 miliardi al servizio di 48 milioni di misuratori intelligenti e 67 milioni di clienti (al 2020).

Guardando nel dettaglio agli investimenti, il 30% andrà alla manutenzione e il 70% alla crescita: 5,3 miliardi sono destinati al pacchetto digitale (dai 4,7 miliardi del precedente piano) e 8,3 miliardi andranno alle rinnovabili, con l'obiettivo di istallare 7,8 gigawatt di capacità aggiuntiva. La strategia di gruppo cambia anche a livello geografico: il focus torna in buona parte sui Paesi maturi come Italia, Spagna, Centro e Nord America. A essere ridimensionato sarà, invece, il business in Sud America, ritenuto Paese a rischio, e dove continua la razionalizzazione delle società operative e aumenta il focus sulle acquisizioni di partecipazioni di minoranza con un investimento complessivo a 2,8 miliardi.

Sul fronte finanziario, l'utile netto ordinario dell'Enel, secondo quanto indicato nel piano, prevede 4,1 miliardi nel 2018, che aumenteranno a 4,8 l'anno successivo e a 5,4 miliardi nel 2020. A fine piano il mol sarà di 18,2 miliardi e il gruppo vuole ottenere risparmi di costi per 1,2 miliardi. Numeri considerati sopra il consensus dagli analisti e dal mercato che hanno apprezzato la nuova strategia - il titolo ha chiuso in rialzo del 2,58% a 5,36 euro - così come la scelta sui dividendi che secondo Morgan Stanley «implica un rendimento elevato del 5,3%». Bene anche la remunerazione: Enel ha previsto un dividendo minimo di 0,28 euro per azione con riferimento ai risultati 2018, in aumento del 33% rispetto alla cedola minima garantita sul bilancio 2017: 0,21 euro, con un dividendo effettivo annunciato in occasione dei conti dei 9 mesi che sarà di 0,23 euro.

Quanto al capitolo fibra ottica, Enel vede la copertura totale in Italia con banda larga a tecnologia Ftth nel 2022 e la possibilità di ripetere la joint venture per le tlc in altri paesi. Starace ha poi ribadito di «essere totalmente contrario a fusioni con Tim. Non c'è nessun merito e non ci sono vantaggi. Siamo quindi completamente concentrati sulla missione di Open Fiber, che è quella di completare l'opera di posa di cavi per lo sviluppo del servizio in Italia. Qualunque altra convinzione non ha merito e finisce per penalizzare il programma di sviluppo della rete».

Infine, per quanto riguarderà la strategia di crescita per linee esterne, Enel ha escluso grandi operazioni industriali confermando invece possibili deal di medie dimensioni nelle rinnovabili. Avanti tutta, infine, con cessioni per 3,2 miliardi propedeutiche alla riduzione del debito e alla razionalizzazione del business.

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