Economia

Piersilvio Berlusconi: "Ci svilupperemo in Europa. Vivendi non ci fermerà"

Piersilvio Berlusconi al Corriere della sera fa il bilancio dell'anno che si sta chiudendo e nonostante tutto Mediaset può sorridere e guardare al futuro

Piersilvio Berlusconi: "Ci svilupperemo in Europa. Vivendi non ci fermerà"

Pier Silvio Berlusconi si è concesso a una lunga intervista telefonica con il Corriere della sera per fare il punto sull'anno complicato che la sua azienda, ma in realtà il Paese intero, si sta mettendo alle spalle. Mediaset è il network televisivo privato più importante del nostro Paese, con importantissime ramificazioni anche all'estero (come in Spagna), che ha l'obiettivo di creare il primo polo televisivo europeo. Un'ambizione forte e concreta, un progetto che Pier Silvio Berlusconi ha continuato a portare avanti anche in questo periodo, nonostante le evidenti difficoltà. Tuttavia, nonostante il caso Vivendi e il netto calo della raccolta pubblicitaria subita nei primi mesi del 2020, l'azienda non si è arresa e, soprattutto, non si è fermata, tanto che a fine anno potrebbero esserci sorprese positive nel bilancio Mediaset.

A spiegare come possa essere possibile è Pier Silvio Berlusconi, da vent'anni a capo dell'impero televisivo fondato da suo padre alla fine degli anni Settanta. "La tragedia della prima ondata, poi la seconda con persone care, collaboratori, dipendenti, la famiglia, toccati da vicinissimo. Il virus ci ha costretti a una vita diversa, ma ci ha anche confermato che quello che stavamo facendo tra informazione e intrattenimento diventava sempre più centrale per le persone", ha detto Pier Silvio Berlusconi al Corriere. La prima ondata del virus e il lockdown totale che ha paralizzato il Paese ha avuto ripercussioni anche sulle finanze Mediaset: "Quando vedi, come abbiamo visto, che ad aprile la pubblicità realizza un calo record sopra il 50% e che nei primi sei mesi il crollo è del 24%, capisci che è inutile pensare ai risultati a breve. Che la via d’uscita è guardare al futuro, difendere l’azienda, difendere l’occupazione". L'azienda di Cologno Monzese si è mossa in questo modo, con molti sforzi e tanti sacrifici da parte di tutti, agendo con la massima velocità per limitare i danni e questo ha pagato: "E invece succede che reagisci così fortemente che con la tua spinta il motore non solo non si blocca, ma il grande lavoro che hai fatto in primavera con revisione dei costi e riprogrammazione si è trasformato in un’opportunità".

Un'opportunità nata in un periodo di pandemia e con la guerra con Vivendi in corso: "Se tutte queste vicende ci avessero distratti in un contesto così drammatico, non ci avvieremmo a chiudere un bilancio così buono". C'è grande soddisfazione ai piani alti Mediaset per come si sta evolvendo la vicenda, ma Pier Silvio Berlusconi preferisce parlare degli straordinari risultati ottenuti sul campo: "Dopo i primi mesi dell’anno pensavamo di poter solo limitare le perdite. Ci siamo mossi alla velocità della luce: con decisione e orgoglio tutta la nostra azienda ha capito il momento eccezionale. E ora potremmo chiudere l’anno addirittura con un utile importante, forse sorprendente. Abbiamo migliorato di oltre 260 milioni di euro le previsioni del budget costi del Gruppo. La posizione finanziaria netta consolidata migliorerà di circa 200 milioni di euro nonostante i nuovi importanti investimenti come quello che abbiamo fatto nella tv tedesca Prosiebensat".

Mediaset nel secondo semestre del 2020 riuscirà a raggiungere risultati ancora maggiori rispetto a quelli dello stesso periodo dell'anno precedente: "Nel secondo semestre cresceremo in Italia del +4% rispetto al 2019, con un’accelerazione al +6-7% negli ultimi due mesi. Grazie alle nostre scelte di programmazione, da soli riusciamo a generare oltre la metà dei contatti pubblicitari prodotti da tutte le televisioni". A Mediaset non sono preoccupati per l'avanzata delle piattforme streaming, perché "hanno un modello di business diverso da quello di noi editori classici. Li vediamo come complementari". Ad adombrare le parole di Pier Silvio Berlusconi sono quelli che lui definisce i "mostri del web", "Facebook, Google e altri social che sfuggono a qualsiasi controllo fiscale e di trasparenza. Raccolgono pubblicità a tappeto ma non rendono pubblici i loro dati, danneggiano tutti i media. Vorremmo solo che fossero uguali a noi, o noi uguali a loro: stessi diritti ma anche stessi doveri". L'amministratore delegato Mediaset rivendica il ruolo dei media tradizionali come canale credibile per l'informazione a ogni livello, pertanto dal punto di vista industriale la concorrenza dei nuovi media non preoccupa Berlusconi così come a livello commerciale.

Mediaset è un fiore all'occhiello del tessuto economico nazionale ma Berlusconi allontana l'etichetta di "norma salva-Mediaset" per l'emendamento che regolamenta l'asse tv-tlc. "Il Parlamento si preoccupa di tutelare il sistema dei media e delle tlc nazionali come si fa in tutto il mondo ed è inaccettabile che quelle preoccupazioni vengano marchiate, strumentalizzate, per motivi solo di propaganda politica", ha affermato l'ad Mediaset. Berlusconi ha una sua visione ben precisa in merito: "Lo Stato ha solo acceso un faro perché si possono innescare posizioni dominanti estere o scalate illecite, e si grida allo scandalo? Come si fa a pensare che le parole di ministri come Patuanelli e Gualtieri, i cui orientamenti politici sono noti, possano essere guidate dagli interessi di una sola azienda? È un altro esempio del conflitto di interessi al contrario che abbiamo pagato a lungo. Speravo fosse superato".

Il figlio di Silvio Berlusconi è determinato nel progetto di sviluppo europeo e il caso Vivendi non lo fermerà: "Noi vogliamo andare avanti con il nostro progetto di sviluppo europeo. Premesso che Vivendi ha causato a Mediaset e a tutti i suoi azionisti danni enormi, se troveremo un accordo con loro bene, altrimenti seguiremo un’altra strada". L'ad Mediaset si dice fiducioso del lavoro che sta portando avanti la Procura, "la magistratura farà il suo lavoro".

Pier Silvio Berlusconi guarda al futuro, a possibili accordi con grandi colossi televisivi con i quali sono già in corso trattative, anche se bisogna prima superare l'ostracismo di Vivendi, ma l'amministratore delegato del Gruppo Mediaset si dice fiducioso per il futuro.

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