Che le agenzie di rating non "amassero" il nostro Paese lo si sapeva, ma avere una loro valutazione negativa incide sempre sugli investitori e, di conseguenza sull'economia domestica e sul Pil. E così, a pochi giorni dall'approvazione della Nota di Aggiornamento del Def da parte del Governo, arriva uno "schiaffo" da Fitch Ratings: nel 2019 il Prodotto interno lordo dell'Italia avrà crescita 0, riducendo dello 0,1% la stima, già per nulla incoraggiante, dello scorso giugno.
"Il panorama politico domestico ancora incerto e il contesto esterno in deterioramento non favoriscono al momento significativi aumenti negli investimenti", spiega in una nota l' agenzia di rating, che concede un "voto di incoraggiamento" prevedendo che il nostro Pil sarà in ripresa nel 2020 e nel 2021, rispettivamente con un +0,4% e +0,6%. Nel Global Economic Outlook, Fitch spiega che la crisi non riguarda solo l'Italia, E nel 2020 si toccheranno i minimi da otto anni a questa parte per la crescita globale, data al 2,5%. Nel nuovo Eurozone Economic Outlook si prevede, nel terzo trimestre, un crollo della produzione industriale con un -0,6%, per poi aumentare nei trimestri successivi (+0,2% nel quarto trimestre e +0,3% nel primo trimestre 2020).
Di certo questa valutazione di Fitch Ratings non agevola la riduzione del differenziale dello spread, che sarebbe necessario per abbattere il debito pubblico del nostro Paese. Il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema , dalle pagine de Il Tempo, si rivolge all'esecutivo giallo rosso e parla di risanamento del debito e investimenti, vero volano della ripresa economica. Le azioni da mettere in campo devono prevedere la contemporanea diminuzione dei tassi di interesse e del differenziale tra i titoli di Stato di Italia e quella della Germania che produrrebbe una pregressiva riduzione del debito pubblico.
Negative anche le proiezioni che arrivano anche dalla Wto, secondo cui i volumi commerciali, a livello globale, saliranno solo dell' 1,2% nell'anno in corso.
Si tratta di un tagio non di poco conto se si considera che ad aprile scorso l'Organizzazione mondiale del commercio aveva previsto una crescita pari al 2,6%. Per il 2020, invece, si toccherà un +2,7%, ma sempre inferiore rispetto alla precedente proiezione del +3%.
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