Piovan si quota: scommessa Ipo in controtendenza

Marcello Astorri

C'è chi aspetta a quotarsi in Borsa in attesa di periodi migliori come Manifatture sigaro toscano, altri invece ci provano lo stesso. È il caso di Piovan, azienda veneta che si occupa di progettare, installare e manutenere impianti di produzione per le materie plastiche. «Non ci facciamo spaventare dalla fluttuazioni degli indici di questi giorni», ha detto ieri il presidente esecutivo Nicola Piovan, «il nostro progetto di portare in Borsa l'azienda ha una visione di lungo periodo». Piovan dice di avere un progetto trentennale e di realizzare l'85% dei suoi 211 milioni di fatturato all'estero. Il 17 ottobre termina il collocamento dei titoli, con debutto a Piazza Affari previsto per il 19. Distribuirà metà degli utili agli azionisti, salvo acquisizioni.

Una scelta in controtendenza con quello che avviene Europa, dove sembra diffondersi una certa allergia all'Ipo. Secondo uno studio di Pwc, la raccolta di capitali per mezzo della quotazione in Borsa si è dimezzata nel terzo trimestre 2018, fermandosi a 3,9 miliardi di euro rispetto agli 8,3 dello stesso periodo del 2017. In Italia, nel terzo trimestre sono stati raccolti 144 milioni.

Per 12 Ipo nel 2018. È andato bene l'Aim, dedicato alle piccole e medie imprese. Mentre il listino principale, l'Mta, a causa dei mercati incerti, rischia di eguagliare il record negativo del 2009: allora ci furono 2 sole quotazioni.

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