Plastica, cambia tutto: cosa non si può più usare dal 3 luglio

Lascia perplessi in molti la direttiva dell'Unione Europea che a partire dal 3 luglio mette al bando tutti i prodotti realizzati in plastica, anche quelli biodegradabili

Plastica, cambia tutto: cosa non si può più usare dal 3 luglio

Entro il 3 luglio i Paesi dell'Unione Europea saranno obbligati ad attuare la direttiva antiplastica "Sup" che sta per Single use plastic.

Con questa misura si cerca di frenare l'inquinamento che in primis colpisce il mare. Stop quindi, come già annunciato qui su Il Giornale, a tutti i prodotti realizzati con essa che hanno funzione monouso e a tutti quelli fatti con plastica oxo-degradabile, vale a dire lo stesso materiale ma con l'aggiunta di additivi che ne accelerano la frammentazione e scomposizione.

Concretamente, spiega il Corriete.it, tutto ciò che è stato utilizzato fino ad oggi dalla stragrande maggioranza delle persone per le feste, a partire dal 3 luglio, sarà vietato: basta palloncini, bottiglie con capacità fino ai tre litri, tappi, coperchi, tazze in polistirolo espanso, posate, cannucce e piatti. Gli unici prodotti a sfuggire dalla stretta sono quelli riutilizzabili che, di conseguenza, andranno a perdere la loro funzione "usa e getta".

Costretto a reinventarsi anche il settore del packaging alimentare dal momento che i contenitori nel quale viene portato a casa delle persone il cibo non potrà più essere di plastica oxo-degradabile ma solo di carta o al massimo di plastica biodegradabile al 100%.

Vietati anche gli assorbenti igienici, i tamponi, gli applicatori di tamponi e le salviette umidificate. Cambieranno anche i filtri delle sigarette. Divieti anche nel mondo della pesca, al bando tutti gli attrezzi che contengono plastica. E menomale dal momento che ogni anno, secondo Greenpeace, sono più di 640mila le tonnellate di plastica, tra lenze e reti, che vengono abbandonate negli oceani. Queste in realtà, nonostante si continui a puntare il dito contro le cannucce o i piatti di plastica, sono i veri colpevoli dell'inquinamento dei mari.

Sono diverse però le voci critiche. La prima è quella di Giancarlo Giorgetti, ministro per lo Sviluppo economico, che ha ipotizzato una riserva sull'entrata in vigore della direttiva auspicando tempi diversi per la fine della produzione di prodotti come bicchieri e piatti di carta. Dubbioso anche Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, il quale fa notare il comportamento ambiguo dell'Unione Europea: "L'Europa ha dato una definizione di plastica stranissima, solo quella riciclabile, tutte le altre anche se sono biodegradabili o additive, non vanno bene" eppure "l'Ue sta finanziando grandi progetti europei per sviluppare plastiche biodegradabili".

Dello stesso avviso anche Fratelli d'Italia il quale, attraverso le figure di Nicola Procaccini, Carlo Fidanza e Pietro Fiocchi, ha spiegato: "La direttiva Ue sulle plastiche monouso è totalmente incoerente con gli investimenti pianificati dalla stessa Ue e dannosa per molte aziende italiane che hanno investito risorse e

tecnologie sul biodegradabile".

Salini di Forza Italia la considera una decisione incomprensibile che "infliggerà un colpo durissimo ad un settore che garantisce 50mila posti di lavoro".

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